L’inchiesta della procura di Termini Imerese che ha mandato agli arresti domiciliari Salvino e Mario Caputo e vedrebbe indagati, fra gli altri, Alessandro Pagano e Angelo Attaguile, pone una questione delicata di tenuta della Lega in Sicilia e di selezione della sua classe dirigente.
Il partito di Salvini, che nel tempo ha visto crescere attenzione e consensi nell’Isola, rischia, infatti, di ricevere proprio dalla nostra regione un sonoro ceffone.
Inchieste penali a parte, il dato è che Matteo Salvini, nel costruire e tentare di consolidare la propria forza in Sicilia, si è affidato fino ad ora a “vecchie glorie” della politica isolana, con radici ben solide nel passato. E così, ecco che sul Carroccio leghista sono saliti centristi ex berlusconiani ed ex alfaniani, ex fedelissimi di Raffaele Lombardo, ex deputati regionali in cerca d’autore e di una seconda giovinezza: insomma una pattuglia di ex di qualcosa, il più delle volte compromessi con i governi del passato, folgorati sulla via del leghismo.
Di certo, al “Capitano” leghista la presenza con ruoli di responsabilità di esponenti politici non di primo pelo ha garantito un immediato e consolidato bacino elettorale, senza la fatica di dover incominciare da zero, purtuttavia questa scelta ha evidentemente tenuto a debita distanza un gran numero di Siciliani, esponenti del mondo delle professioni, dell’imprenditoria e della cultura, osservatori e simpatizzanti della Lega, ma restii ad approcciarsi a un partito che vede schierati nelle prime linee nomi fin troppo noti del passato politico isolano.
Ovviamente, questo non vuol dire che la Lega debba puntare su neofiti inesperti e non strutturati, perché in tal caso si cadrebbe nell’eccesso opposto di basarsi sull’inesperienza, ma di certo, le vicende di questi ultimi tempi dovrebbero indurre a selezionare più attentamente la classe dirigente del partito leghista in Sicilia, magari attingendo proprio a quei mondi – imprenditoriale, sociale, culturale – che guardano con attenzione alle idee dei salviniani e al tentativo dello stesso Salvini di consolidare ulteriormente una forza politica nazionale non più ristretta dentro i marginali confini padani, ma con idee ferme sui valori e i grandi temi.
Pare che le affermazioni a caldo del capogruppo della Lega alla Camera Giorgetti siano orientate ad andare in questa direzione. Dalle prossime mosse di Matteo Salvini si vedrà, comunque, quali saranno gli intendimenti del leader leghista.