Al crepuscolo di un’attesa durata un ventennio la trasformazione di TaoArte da Comitato in Fondazione diventa realtà. La svolta è stata praticamente sancita nelle scorse ore dal Consiglio comunale di Taormina che ha approvato lo Statuto e ha anche conferito il bene a titolo di patrimonio all’ente culturale, individuato nel palazzo dell’ex pretura di Corso Umberto.
Adesso, insomma, dopo diversi anni di profonda crisi economica e “vacche magre”, sul piano finanziario e programmatico, TaoArte riparte da una svolta che consentirà soprattutto di ripianare i debiti e dovrebbe dare solidità alle attività della struttura. Non mancano, tuttavia, ancora adesso alcuni punti interrogativi e nodi che restano da sciogliere.
Si attende, infatti, che si concretizzi anche il conferimento di patrimonio da parte degli altri partner e soci fondatori della Fondazione, ovvero la Città Metropolitana di Messina, il Comune di Messina e soprattutto la Regione Siciliana. La Fondazione Taormina Arte – Sicilia (questa la dicitura esatta) attende in particolare le scelte che verranno fatte a Palermo.
Sino a qualche tempo fa l’ipotesi che sembrava molto probabile era addirittura quella del conferimento di Palazzo Ciampoli, gioiello di cui è titolare proprio la Regione a Taormina. Il palazzo del 1412 è stato dato in gestione lo scorso autunno, con apposita convenzione, al Comune di Taormina, che però lamenta di non aver mai ricevuto le chiavi. Niente consegna, di conseguenza il palazzo è rimasto chiuso.
Da qui la dura presa di posizione del deputato Nino Germanà che ha chiesto alla Regione ed in primis al neoassessore ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa, di togliere il bene al Comune “per inadempienza e incapacità degli amministratori”, e riportarlo nella piena disponibilità della Regione Siciliana. Non il miglior viatico per un conferimento che pure dovrà avvenire in tempi brevi ma in uno scenario politico decisamente mutato rispetto ai mesi scorsi. Senza dimenticare che su Palazzo Ciampoli esiste un vincolo di destinazione d’uso, intervenuto al momento in cui il bene fu espropriato dalla Regione alla ex proprietà e ad oggi potrebbe essere sede soltanto di un museo etnoantropologico.
Chi ha fretta di definire le pratiche e ultimare i passaggi della costituenda Fondazione è il commissario straordinario della Fondazione, Pietro Di Miceli, che ha atteso le decisioni del Consiglio comunale di Taormina e in caso di voto negativo allo Statuto avrebbe rassegnato le dimissioni. Resta da capire anche cosa daranno alla Fondazione il Comune di Messina e la Città Metropolitana, due realtà sin qui andate per lo più al traino di Taormina negli anni del Comitato TaoArte e spesso trovatesi anche al centro di polemiche sulle vicende dell’ente culturale.