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Il rebus di Musumeci sul futuro del centrodestra siciliano nel dopo-Berlusconi

giovedì 24 Maggio 2018
Salvini e Musumeci [ANSA]
Salvini e Musumeci [ANSA/CIRO FUSCO]

Due degli ultimi tre presidenti della Regione, nel corso del loro mandato e nel periodo in cui sono stati in carica, hanno dato vita a un movimento politico, di cui spesso erano promanazione iniziale, non mancando di essere in campo alle elezioni amministrative, provinciali (quando c’erano le Province) e anche alle Politiche.

Si tratta  di Raffaele Lombardo (MPA) e Rosario Crocetta (Il Megafono).

Il progetto laico #Diventeràbellissima di Nello Musumeci, a cui il centrodestra siciliano ha dato dimensione di coalizione intorno alla candidatura dell’ex presidente della commissione regionale Antimafia, è oggi invece in stand by. Il radicamento nei territori è consolidato e non mancherebbero certo uomini e protagonisti pronti a scendere in campo con le eventuali liste del presidente della Regione.

Il fatto è Musumeci vuol tenere distinti più possibile i profili istituzionali e di governo da quelli elettorali. Una scelta che fino a questo momento non ha avvantaggiato, di fatto, nessuno dei partiti della coalizione che sostiene questa esperienza di governo.

Forza Italia è alle prese con una riorganizzazione interna sui territori anche se la leadership di Gianfranco  Miccichè è di fatto ampiamente consolidata. Gli autonomisti non hanno esigenze specifiche da rivendicare se non quelle di consolidare una nicchia di centro che, dopo il risultato elettorale delle Politiche, li vede protagonisti di un’area moderata in cerca d’autore. Fratelli d’Italia è un piccolo partito che chiede identità a se stesso, mentre i leghisti di Sicilia, con il governo nazionale in rampa di lancio, aumenteranno considerevolmente di peso. Anche se la collocazione nazionale in accordo con i grillini potrebbe allontanarli progressivamente dal centrodestra.

Ecco dunque che Nello Musumeci, già leader naturale della coalizione, si troverà presto di fronte ad alcune scelte da compiere. La maggior parte delle quali nascono in funzione di proiezioni politiche di medio e lungo periodo. Se infatti oggi scommettere sulla legislatura che si avvia zoppicando appare arduo, tra un anno ci sarà l’appuntamento con le Europee, dove ogni partito corre con il suo simbolo e nell’arco di un paio di anni, al massimo, il ritorno al voto per il parlamento nazionale.

Molto dipenderà da che centrodestra prenderà forma in questi mesi. Il dopo-Berlusconi, piaccia o no, è già cominciato, ma lo svuotamento di FI da parte della Lega appare già meno scontato. Un governatore di Sicilia avrà sempre da spendere, in ogni caso, una parola pesante.

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