Sono ore decisive per capire quali decisioni saranno prese per la viabilità sul viadotto Ritiro e che influiranno in modo determinante sui collegamenti con i comuni della zona tirrenica, ma anche su esodo e controesodo. In realtà si tratta di decidere su due alternative che in ogni caso comporteranno disagi e file chilometriche sotto il sole. Insomma, oggi siamo al punto che in prefettura dovrà emergere la soluzione meno penalizzante.
La seconda bretella, quella che, se attivata consentirebbe la chiusura dello svincolo di Giostra e l’immissione, dopo 3 km di doppio senso di marcia, sul Boccetta, è pronta. Il problema è che chiudere una “valvola di sfogo” fondamentale in estate per far defluire il traffico come appunto è lo svincolo di Giostra, è rischioso. Ma c’è di più. Operativamente è stato deciso che, dopo la chiusura di Giostra il modo più rapido per continuare i lavori non è la demolizione con i mezzi meccanici come avvenuto per le altre parti del viadotto, ma l’abbattimento tramite esplosivo. A far optare per questa ipotesi è l’assenza di abitazioni nella zona dell’esplosione. E’ ovvio che durante le operazioni sarà chiusa l’autostrada ma a quanto pare è questa la soluzione che sembra essere considerata la migliore dal Cas. Se ne discuterà nei prossimi giorni in prefettura anche per decidere il “quando”.
La posizione dei sindaci della zona tirrenica e del sindaco di Messina è abbastanza chiara, far slittare gli ulteriori disagi a quelli già pesantissimi che oggi si patiscono, a settembre, quindi a fine esodo e controesodo. Già così com’è adesso la situazione è “esplosiva” senza bisogno di ulteriori detonatori. La chiusura di Giostra comporterebbe che tutto il traffico proveniente da Palermo finirebbe con il riversarsi sui 3 km di doppio senso di marcia, già caotico ormai a tutte le ore. Il tavolo prefettizio scioglierà gli ultimi dubbi. Nel frattempo è la Uil a ricordare che oltre ai disagi patiti dagli automobilisti e dai residenti di VillaFranca Tirrena, Saponara e Rometta e Messina, ci sono i mancati pagamenti degli stipendi arretrati per gli operai che peraltro continuano a vedersi con il contagocce nei cantieri.
“I lavori per la realizzazione del Viadotto Ritiro rimangono un’enorme chimera che sta causando disagi e danni incalcolabili alla collettività messinese e, contestualmente, pesantissime ripercussioni ai lavoratori “superstiti” della Toto costruzioni- dichiarano Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Messina-Palermo- Infatti, come più volte denunciato dalla nostra organizzazione sindacale, al netto degli annunci roboanti e degli strombazzati cronoprogrammi, sistematicamente smentiti e ridicolizzati dai fatti, la realtà relativa al cantiere del Viadotto Ritiro è sempre più drammatica. I fatti concreti ci dicono che, per esempio, il 17 luglio sui circa 30 lavoratori ancora alle dipendenze della Toto costruzioni nel cantiere in questione, erano presenti soltanto 5 operai. Ma l’aspetto ulteriormente urticante della vicenda è rappresentato dal fatto che, nonostante i reiterati impegni, i lavoratori della Toto costruzioni attendono il pagamento di ben due mensilità arretrate. Chiediamo al Cas, committente dell’opera, e alla Toto costruzioni di dare risposte concrete sia in merito all’immediato pagamento degli stipendi dei lavoratori che sui tempi reali di chiusura dei lavori per la realizzazione del Viadotto Ritiro. E’ del tutto ovvio che, allo stato, sono, ancora una volta, assolutamente farlocchi i tempi per la conclusione dell’opera. E’ mortificante ed inaccettabile che Messina e la sua provincia debbano ulteriormente subire questa pantomima caratterizzata da chiacchere vuote e senza alcun rispetto per la collettività nell’incredibile silenzio delle Istituzioni”