Il pizzo è la piaga sociale da estirpare se si vuole avviare il declino definitivo della mafia in Sicilia. Ecco perché “Mafia e pizzo. Pagare non paga”, attraverso la storia del pizzo, si propone di rilanciare un movimento antimafia capace di contrastare il dominio della criminalità organizzata. Gli autori Elio Sanfilippo e Maurizio Scaglione ne hanno parlato ieri a Bagheria in occasione della presentazione del libro a Villa Butera.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Marina Mancini, al quale erano presenti il sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli, l’assessore alla Cultura Daniele Vella, l’assessore con delega alla legalità Biagio Sciortino e l’editore Nicola Macaione.
Il libro è una novità editoriale di Spazio Cultura Edizioni, un libro non fa sconti e non gira intorno al problema: un vero e proprio grido contro il silenzio. Il pizzo non è un retaggio del passato. È un fenomeno ancora presente, che muta e resiste.
Tra cavalli di ritorno, richieste di pizzo e intimidazioni quotidiane, in Sicilia il racket continua a serpeggiare, soprattutto nei quartieri popolari di Palermo. Rubano motorini, pretendono soldi per restituirli. È solo l’ennesima faccia di un fenomeno che genera paura, insicurezza e schiavitù. Parlare di mafia è il primo passo per liberarsene, una piaga che si nutre di omertà e quindi servono le parole e non la paura.
Oggi, di fronte a una nuova e silenziosa riorganizzazione di Cosa Nostra e a un preoccupante calo delle denunce, questo libro rappresenta un campanello d’allarme. Un invito pressante alle istituzioni e alla collettività a non abbassare la guardia.




