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E’ Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco di +Europa e Azione a Palermo, l’ospite della puntata numero 193 di Bar Sicilia, con cui il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e il direttore editoriale Maurizio Scaglione hanno parlato di amministrative, di perimetro, di futuro della città e di tanto altro ancora.
La prima domanda non può che essere collegata alla candidatura di Ferrandelli: perché riprovarci per la terza volta? “La mia è una candidatura vera – dice il diretto interessato – Non era nei piani perché sono impegnato da mesi a costruire un tessuto di dialogo tra le varie forze politiche. Ma i partiti hanno cominciato dal totonomi e non dai programmi. Un ragionamento sbagliato, perché se parti dai nomi e non dai progetti, poi nasce il disaccordo. In questo totonomi nessuno è venuto fuori con un’idea per la città, con un progetto per la città e soprattutto con un nome in grado di unire. E’ stato il motivo per cui ho dovuto lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Nessuno sta pensando a governare Palermo, tutti pensano alla Regione. Ma si vota per Palermo“.
Nella corsa per Palazzo delle Aquile quali sono i rapporti con Italia Viva e con Davide Faraone, già in campo per la carica di sindaco? “Ritengo che bisogna stare insieme, non capirei il contrario – afferma Ferrandelli – La candidatura di Faraone arrivava nel momento particolare della elezione del Presidente della Repubblica. Oggi siamo in un momento di grande sintesi, i programmi e i progetti sono sicuramente sullo stesso sentire. Auspico che queste forze del fronte liberal-democratico possano riunirsi“.
Tanti i problemi che il prossimo sindaco di Palermo dovrà affrontare, dall’emergenza cimiteriale ancora in atto alle inefficienze nella raccolta dei rifiuti, passando per i ritardi per il rilascio dei certificati: “Non ci sarà la bacchetta magica. Palermo è una città in ginocchio, una città che ha 500 milioni di debiti con lo Stato per i prossimi 20 anni, con le aziende controllate, che controllano i servizi come autobus e luce, sono in gravi difficoltà economico-finanziarie. Ma questo non mi preoccupa. I problemi che noi affronteremo non saranno risolvibili nell’immediato. Sul cimitero dal 2009 esiste un piano per la realizzazione del nuovo cimitero a Palermo e che è stato votato quando ero consigliere comunale. E’ mancata l’azione amministrativa di chi (e non c’era Leoluca Orlando) si è girato i pollici. Sul forno crematorio, è inutile aggiustare una macchina vetusta, rotta, quando acquistarne una nuova costa veramente poco“.
E proprio questa elezione non vedrà Leoluca Orlando candidato primo cittadino, contro cui Ferrandelli ha già corso due volte: “Non è stato mai facile fare una competizione contro Orlando. E’ come se un pugile si trovasse di fronte sempre Mike Tyson di fronte. Sono rimasto in piedi, ho incassato i colpi: il mio contrappormi è stato contro una persona che aveva credibilità, un’esperienza e delle leve in più. Io ho avuto il coraggio di mettermi in corsa e non sono mai stato ‘zitto e buono’, mi sono dovuto confrontare con uno tosto. Quelle due battaglie politiche passate non le considero delle sconfitte, ma dei buoni terreni di gioco in cui ho dovuto sperimentare confronti duri, conoscere le dinamiche di questa città, rompere schemi di controllo consolidato. E mi sono allargato le spalle. Credo che la mia scelta di candidarmi oggi meriti rispetto“.