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L’Università di Palermo tra passato, presente e futuro: a Bar Sicilia, ospite del direttore responsabile de ilSicilia.it e del direttore editoriale Maurizio Scaglione il docente di Diagnostica per immagini Massimo Midiri, candidato alla carica di Rettore dell’Ateneo.
Si comincia parlando di Covid e dei passi avanti fatti in materia della diagnosi, anche grazie alle moderne tecnologia dedicate alla diagnostica per immagini: “E’ una dimensione che oramai ci attanaglia da quasi due anni in una situazione oggi logistica sicuramente più tranquilla perché abbiamo iniziato senza quasi dispositivi, dall’inizio a Palermo per fortuna in maniera tranquilla, eravamo in una situazione tragica. Oggi siamo un po’ più competenti nel trattare la malattia. La radiologia c’entra perché noi vediamo i quadri radiologici provocati dal covid sui polmoni e lo vediamo anche in maniera molto sensibile, cioè lo vediamo in un tempo anticipato rispetto alla comparsa di sintomi, quindi capite che per quel che riguarda il paziente dubbio è molto importante perché si possono dirimere i dubbi con la radiologia“.
Il Covid ha cambiato la nostra vita e ha influito anche sulla formazione universitaria. Cosa cambierà con la progressiva vaccinazione che copre fasce sempre più ampie della popolazione riguardo alle abitudini degli studenti? “Abbiamo visto crescere la didattica a distanza distanza in questi ultimi mesi in maniera significativa. con le iscrizioni dei nostri figli verso università telematiche che hanno avuto un incremento in alcuni casi superiore al 30%. Ora siamo una popolazione di vaccinati: i professori sono vaccinati, il personale tecnico amministrativo e bibliotecario è vaccinato, buona parte della grande popolazione dell’Ateneo, circa 30mila studenti, è vaccinata. Questo significa che andiamo verso il raggiungimento di tutte le condizioni per poter riproporre a settembre-ottobre l’inizio dell’anno accademico in presenza. Lo dico perché l’esperienza universitaria deve essere in presenza. Non è soltanto un problema della lezione frontale tra professore e studente, è una questione relativa al far vivere allo studente una dimensione universitaria a tutto tondo“.
Uno dei cavalli di battaglia della proposta di Midiri come candidato al Rettorato dell’Università di Palermo è ‘guerra alla burocrazia‘ che rallenta le attività dell’Ateneo: “La parola chiave è semplificazione – afferma Midiri – che significa rivedere tutti i regolamenti che attualmente abbiamo in Ateneo, alcuni dei quali sono in palese contraddizione l’uno con l’altro e che devono essere ispirati a un concetto chiave che quello di ridurre i tempi dell’azione amministrativa. Questo è fondamentale, perché la dimensione attuale vivono male gli studenti ma la vivono male anche i docenti perché nell’azione amministrativa, che poi riguarda in gran parte i processi della ricerca, i tempi per concludere un progetto di ricerca sono fortemente influenzati dai passaggi che spesso non sono in parallelo ma sono in serie, quindi finisce uno e se ne comincia un altro, un processo che crea una collana di perle che è difficile da dispiegare“.
Uno dei punti su cui occorre migliorare le prestazioni è il collegamento tra Università e mondo del lavoro, e Midiri illustra la sua ricetta per riavviare un percorso che ad oggi è abbastanza lento: “È un dramma assoluto, soprattutto in una terra come la nostra che ha bisogno di dare nuove proposte ai nostri ragazzi. Un tema complesso che si chiama terza missione è uno dei capisaldi del Mission universitaria – spiega Midiri, che propone: “Dentro l’università si crea e si genera conoscenza. Il problema è trasferire questa conoscenza fuori, quindi l’obiettivo fondamentale è anzitutto creare una partnership politica con gli imprenditori. Tecnicamente può avvenire con il finanziamento da parte dell’Ateneo di tirocini curriculari o extracurriculari, i famosi stage formativi, finanziati dall’ateneo per un numero importante di borse nelle aziende che saranno prone ad accettare i nostri allievi, sia in Sicilia che fuori dall’Isola“.
Argomento caldo è la possibile creazione del ‘Policivico‘ di Palermo: la proposta di creare un’unica struttura unita tra Policlinico e ospedale Civico, che vede Midiri assolutamente contrario. Il candidato al Rettorato spiega il perché: “Il modello moderno di ospedale, come per esempio il futuro Ismett – evidenzia -, ha configurato un ospedale per 300 posti letto. Ci sono le strutture intensive e sub intensive, sidelega al territorio la responsabilità della cura delle patologie meno gravi. Anche la Regione va verso questo tipo di impostazione. Quando, invece, si va a proporre un modello di ospedale da 1500 posti andiamo esattamente in opposizione a questo tipo di impostazione. Inoltre, il dato che ho fortemente evidenziato è che il Policlinico deve mantenere il carattere di ospedale di formazione“.
Altra questione annosa che attanaglia le migliaia di studenti di Unipa è l’intasamento alla segreteria e il rallentamento delle pratiche degli studenti: “I ragazzi segnalano una delle carenze di servizi più importanti e più grave – conferma Midiri – perché questo comporta assembramenti in inverno sotto la pioggia o, peggio, lunghe file anche sotto 35-40 gradi d’estate. Uno degli impegni del programma, entro il primo anno di mandato, è una revisione qualitativa e quantitativa del personale della segreteria. Il personale si lamenta di essere troppo poco per gestire la mole di pratiche degli studenti. Tutto questo prevede un forte investimento sul personale umano, anche in termini di formazione, ma probabilmente passa anche attraverso un importante innovazione tecnologica che deve aumentare le capacità digitali per poter risolvere i problemi già direttamente da casa, come avviene già nelle università del Nord”.