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In questi giorni è stato a Palermo (sua città natale) il professore Michele Geraci, sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico, con delega al commercio internazionale. Studioso, docente universitario e leghista, Geraci ha insegnato negli Stati Uniti e in Cina per oltre dieci anni: il suo nome è legato in modo indissolubile alla cosiddetta “Via della seta“, il protocollo d’intesa siglato fra il nostro governo e Pechino.
Al professore Geraci, che è venuto a trovarci in redazione, abbiamo chiesto, in particolare, cosa cambierà per l’Italia proprio a seguito dell’accordo fra il governo nazionale e quello cinese, ma anche se vi saranno effetti con riguardo alla Sicilia, dove poche ore fa l’esecutivo regionale ha stretto una partnership con Ctrip, la più grande agenzia cinese dedicata ai viaggi. Un passaggio, quest’ultimo, “che – ci spiega il sottosegretario – comporterà un ulteriore aumento del flusso turistico, ma opportunità anche nel settore dell’agroalimentare. La Sicilia, Palermo e tutto il Sud hanno bisogno di un cambio di passo”.
Il docente dà, inoltre, una propria lettura sulle tensioni fra Usa e Cina con riferimento ai dazi sventagliati dal presidente Trump e sui possibili scenari che potrebbero aprirsi per l’Italia.
Infine, non si sbilancia sui destini dell’attuale governo giallo-verde, ma da leghista convinto qual è spiega che, in ogni caso, sia che l’esecutivo tenga sia che cada e si vada a nuove elezioni le cose per la Lega andranno bene comunque: “Se il governo non cade noi continuiamo a governare, nel secondo caso, qualora si votasse avremmo percentuali nettamente superiori e quindi la Lega ne uscirebbe comunque rafforzata e in termini pratici vorrebbe dire più infrastrutture, più sviluppo, più fare“.
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