La nostra passeggiata alla scoperta della Sicilia si ferma a Mussomeli, cittadina dell’entroterra nisseno, ricca di storia, leggende e tradizioni, in cui l’8 settembre si festeggia la Madonna dei Miracoli. Prima di penetrare all’interno dei festeggiamenti, qualche curiosità sull’origine del toponimo di Mussomeli che presenta diverse interessanti, e fantasiose, ipotesi.
Mussomeli
- Il Fazello ne fece derivare il nome dal monte Mele sul quale sarebbe sorto il paese, Mons Mellis, Monte di Miele, da cui Mussomeli.
- Il Cluverio sostenne, invece, che Mussomeli fosse uno dei monti Gemelli, precisamente il Marone, e che la voce Monte Melle fosse una contrazione di Monte Gemello, dove, a detta di Plinio, si ripercuoteva il fragore assordante dell’Etna e secondo il Maurolico sorgeva il Monastero di Santa Maria del Parto.
- Se le tesi del Cluverio sono state considerate fantasiose, quest’altra che vi proponiamo potrebbe essere solo una boutade: c’è chi narra che la cittadina, al tempo del duce, volesse cambiare il suo nome in Mussolini e che fu lo stesso a rifiutare questo grande onore perché Mons Mellis, Monte di Miele rischiava di diventare, per alcuni, Monte di Fiele.
- Una ipotesi, questa volta documentata, è quella di una mussomolese Doc, la professoressa Stefania Sola, che ne assimila l’etimo a quello di Misilmeri, significante “la fermata dell’emiro”.
- La terra di Mussomeli, da studi fatti, risulta che fu abitata fin dall’antichità e da popolazioni indigene, come dimostrano le tombe scavate nella roccia che è possibile vedere in alcune zone intorno al paese. Nella frazione di Polizzello, ad esempio, si possono vedere numerose grotte che, per la loro forma e la loro dimensione, sono dette a forno e richiamano altri sepolcri siciliani, come la necropoli di Gibil-Abib, vicino Caltanissetta.
- I suoi primi abitanti furono dei pacifici agricoltori e, infatti, l’allora villaggio, non avendo particolare importanza strategica, non fu teatro di guerra, come la vicina fortezza di Sutera, che dovette lottare, resistere e soccombere contro tutti i dominatori che nel tempo si avvicendarono in Sicilia.
- Il primo documento ufficiale e che, per la prima volta, riporta il nome della terra di Mussomeli è un Diploma del Re Martino del 4 aprile 1392, con il quale il feudo veniva assegnato a Raimondo Guglielmo Moncada, come ricompensa dei servigi resi al Sovrano, e considerato autonomo.
La storia non si ferma qui, perché per raccontare Mussomeli, uno dei gioielli più belli della provincia nissena, incastonato tra le meravigliose terre del Vallone, non basterebbe un libro. Noi, però, abbiamo voluto dare solo dei piccoli flash per farvi calare in questa realtà dal grandioso passato, il Castello Manfredonico, che la domina, ne è testimonianza, e che, ogni anno, si immerge in una dimensione fatta di fede autentica e condivisione, per celebrare la Madonna dei Miracoli.
La Madonna dei Miracoli
Si narra che, nel periodo in cui Mussomeli era sotto la dominazione dei Campo che la resero uno dei feudi più progrediti del Regno, altra notizia storica che va ad aggiungersi alle precedenti, proprio l’8 settembre, l’anno oscillerebbe, invece, tra il 1530, 1536 e 1540, e dove finiva il piccolo monte su cui cominciava a sorgere il paese, per un viottolo incolto e invaso da rovi, un povero paralitico, che andava elemosinando, per la stanchezza, buttandosi a terra, si addormentò. Al suo risveglio, cercando di muoversi, e vedendo che poteva camminare e, addirittura, correre, gridò al miracolo per quella insperata e mai sognata guarigione. Le sue urla di gioia, echeggiando per quella verdeggiante vallata, fecero accorrere una folla di gente da ogni dove.
Ascoltato e, soprattutto, visto il prodigio, a pochi passi da dove l’uomo si era adagiato, venne ritrovata un’immagine della Vergine, col bambino Gesù, dipinta su una pietra. La Madonna aveva scelto il nascente paese per essere onorata con il nome di Maria Santissima del Miracolo, o come più tardi si disse, per la molteplicità delle grazie operate, dei Miracoli. Il popolo, riconoscente fin d’allora alla Madre celeste, eresse una piccola edicola, in cui venne collocata l’immagine, che, col passare del tempo, visto il crescente afflusso di devoti, venne sostituita da una chiesetta in cui, ogni anno, l’8 di Settembre, si celebrava una festa solennissima, con espressa licenza del vescovo di Girgenti, da cui, in quel tempo, dipendeva la diocesi di Mussomeli.
Un’altra grazia che viene ricordata è quella concessa alla famiglia del principe Lanza con la guarigione del piccolo Lorenzo. La principessa Giovanna donò alla Vergine Madre, meraviglioso ossimoro, “un cinto a maglia d’argento e una catena di centoquaranta partiture in oro smaltato di bianco e nero”. Il suo gesto inaugurò la tradizione, ancora in uso, di donare oggetti preziosi alla Madonna dei Miracoli per grazie ricevute.
Nel 1876 Francesco e Vincenzo Biangardi costruirono il gruppo scultoreo formato dalla Madonna con in braccio il bambinello, il paralitico e gli angeli, posto tuttora nell’abside del Santuario. Maria, dal volto dolcissimo e sereno, si rivolge al suo popolo con uno sguardo materno; il paralitico, invece, tende le mani, implorandoLa fiduciosamente. L’8 e il 15 settembre, il Simulacro della Vergine viene portato in processione a spalla e tutto intorno si è come avvolti da un’atmosfera in cui, oltre a risuonare le preghiere e i canti, si vedono lacrime di commozione e sorrisi di gioia. Per la festa della patrona giungono a Mussomeli tantissimi devoti da ogni parte della Sicilia, dall’Italia e dall’estero, ricordiamo che molti emigranti vi fanno ritorno proprio in questo periodo.
La Chiesa della Madonna dei Miracoli
L’attuale chiesa della Madonna dei Miracoli, una costruzione barocca che risale alla metà del settecento ed è opera dei padri domenicani, ha al suo interno una Madonna con bambino dipinta su pietra che, ancora oggi, accoglie i fedeli nella cripta del Santuario ed è stata restaurata nel ‘700 dal pittore Domenico Provenzani di Palma di Montechiaro. Sempre di Provenzani sono un grande affresco sulla volta, due pale d’altare e, in sacrestia, il ritratto del domenicano padre Biondolillo. Nel santuario si conservano alcune statue in legno, opere del maestro Francesco Biangardi, una Madonna dei Miracoli sull’altare maggiore e una Madonna del Rosario in sacrestia.
Risalenti, invece, al 500, il San Giuseppe, che è esposto in una cappella laterale, e un’altra Madonna dei Miracoli conservata nella cripta. L’attuale chiostro San Domenico, dell’annesso convento dei domenicani che, ristrutturato, conserva il fascino del monastero pur non ospitando più religiosi, è adibito a iniziative culturali presso la sala Randazzo “Palacultura San Domenico”.
Programma
Il programma che, da tradizione, inizia il 31 agosto con il suono della campana dell’inverno, prevede tutti i giorni la celebrazione della Santa Messa sia all’interno della cripta, che della chiesa. La sera dell’8 settembre, durante la grande processione per le vie della città, centinaia di giovani fanno a gara per portare a spalla la pesante statua collocata all’interno di un ponderoso baldacchino finemente decorato. Dopo un’altra ottava di celebrazioni, la processione verrà ripetuta il 15 settembre. A concludere i festeggiamenti uno spettacolo pirotecnico che illumina a festa il cielo. La forza di questo momento di grande sacralità sta nel fatto che è rimasto fedele alla tradizione, cosa che lo rende, dopo molti secoli, ancora espressione autentica della pietà popolare. Una festa religiosa per nulla contaminata dalla modernità, specchio di un popolo devoto, semplice e laborioso, un appuntamento a cui non partecipano solo i paesi vicini, Vallelunga, Villalba, Acquaviva Platani, Sutera, Marianopoli, ma anche quelli più distanti, perché la Madonna dei Miracoli è sentita come “Madre” da tutti.