I militanti dei Centri Sociali hanno bloccato l’ingresso del negozio Benetton in via Ruggero Settimo a Palermo “Per protestare – scrivono in una nota – contro le responsabilità della famiglia Benetton e dei politici trasversali agli schieramenti che ne hanno favorito gli affari a scapito della sicurezza della popolazione”.
Il 14 agosto, a Genova, è crollata una parte del Ponte Morandi, viadotto autostradale e arteria fondamentale per il traffico viabilistico e logistico dell’intera area.
“Questo crollo – prosegue la nota – a portato con sé oltre 40 vittime. Questa tragedia, l’ennesima, ci riporta davanti agli occhi il modo in cui i grossi imprenditori italiani con la complicità dello Stato centrale hanno gestito e gestiscono la cosa pubblica: come un comitato dell’intrallazzo dove le vite delle persone valgono meno di niente, dove conta solo il profitto!
Come riportato dai giornali, la gestione delle autostrade italiane è stata concessa dallo Stato alla famiglia Benetton che è la principale azionista della società Autostrade per l’Italia. Sono loro, dunque, che hanno la responsabilità di questa strage, insieme a tutti i politici che ne hanno favorito gli affari”.
“Sappiamo però – dichiara Giorgio Martinico, portavoce dei Centri Sociali di Palermo – che non è la prima e che non sarà nemmeno l’ultima. Assistiamo, infatti, ad una gestione della cosa pubblica – continua Martinico – dove ha più importanza la costruzione di grandi opere inutili, rispetto alla manutenzione e al potenziamento delle infrastrutture esistenti. Una gestione che impone, anche qui in Sicilia, il pagamento del pedaggio autostradale al Consorzio per le Autostrade Siciliane. Un pedaggio che garantisce alla Regione incassi milionari. Soldi che non vengono utilizzati in investimenti per la messa in sicurezza delle nostre strade.
In questo meccanismo perverso a pagarne le conseguenze sono sempre più deboli, famiglie e persone che lavoravano o che stavano andando in ferie dopo un anno passato a faticare, sensazione che i politici e gli affaristi senza scrupoli non hanno mai provato“.