In una Regione in cui anche solo le autostrade sono cantieri aperti e percorrere grandi tragitti è sempre più problematico, la situazione in città non è di certo delle migliori. Immaginiamo di poter percorrere il tragitto Palermo Catania in un’ora, ad oggi sarebbe un sogno. Eppure nel resto d’Italia è fattibile.
I lavori da fare sul nostro territorio sono tanti, “sui fondi del pnrr sono state sfornate tantissime opere che riguardano il sistema ferroviario, ad esempio, ma non sono sufficienti”, bisogna fare di più. “Quello che si sta realizzando adesso sul sistema ferroviario era già stato programmato con altri fondi, questa progettazione in un secondo tempo è stata spostata sul pnrr, non abbiamo risorse aggiuntive”, questo è quanto detto da Angela Biondi segretaria della Cgil Sicilia.
La Sicilia ha bisogno di avere una rete ferroviaria piena, “la regione ha diritto all’alta velocità e bisogna garantire un sistema di mobilità nelle aree interne, con un sistema stradale che si possa definire tale”.
“Cambierebbe in questo modo il volto della Sicilia”.
Palermo, allineandosi al sistema generale, è una città che vive sistematicamente di auto private in quanto, come sappiamo, il trasporto pubblico di massa lascia a desiderare.
Sono carenze che si ripercuotono chiaramente sulla qualità di vita non solo dei palermitani ma anche di coloro che non vivono qui. Secondo quanto afferma Mario Ridulfo, segretario della Cgil Palermo, ovviamente nei picchi di stagione la situazione peggiora ancora di più.
I lavori di ammodernamento della rete ferroviaria, del passante e dell’anello ferroviario, quando andranno a regime, ci metteranno in condizione di avere un trasporto pubblico di massa decente. “Con una frequenza maggiore potrebbe essere un rimedio al pendolarismo che è tipico della nostra città”. Una serie di problematiche che probabilmente potrebbero essere risolte.
“Ma c’è da dire che l’anello ferroviario è un progetto ancora monco, buona parte dell’opera deve essere ancora messa in piedi”. Linee ferroviarie e tram, sono opere che sono state pensate 20 anni fa, finanziate 15 anni fa e messe in esecuzione 10 anni fa, “siamo ancora nella fase in cui dieci anni dopo non abbiamo ancora tutte le linee progettate, il passante ferroviario non è ancora stato ultimato, la stessa cosa vale per l’anello ferroviario”, sono tutte opere che limitano in qualche modo buona parte della città.
Per non parlare della mobilità dolce, le piste ciclabili nel resto dell’Italia e dell’Europa sono realtà affermate, per esempio in città simili alla nostra, mediterranea, sul mare, come Valencia, troviamo centinaia di chilometri di piste ciclabili. “Si, a Palermo abbiamo qualche pista ciclabile, ma diversa dall’altra, non collegata tra loro, e che si muove all’interno del traffico normale e della sosta selvaggia. Le nostre piste ciclabili non sono in sede protetta”.
E le aree di interscambio? Chi arriva nel perimetro della ztl e deve lasciare l’auto privata, la lascia dove capita. “Ma se poi non trovo neanche il mezzo pubblico è chiaro che a quel punto decido di utilizzare il mezzo privato. Come succede tutti i giorni a Palermo”.
Un’ alternativa possono darla i monopattini ma solo se questi vengono regolamentati e messi in sicurezza, “bisognerebbe rendere obbligatorio l’uso del casco”. In una città dove la pavimentazione è una gruviera, il traffico è molto caotico e le regole lasciano a desiderare (CLICCA QUI), è complicato per chi viaggia con i monopattini. “Il rischio di farsi male è alto. Soprattutto per chi vive la strada come un luogo di lavoro”.
Cosa succederà tra qualche mese, andando incontro alla stagione estiva? Palermo è una città votata al turismo di massa, dal porto arrivano in media tre navi da crociera a settimana, 5 mila persone ogni nave. Stiamo parlando di 15 mila persone che si riversano in città. E cosa trovano? Una via piena di macchine, qualche carrozza con cavalli, qualche trenino su gomme per far fare il giro nel centro storico e qualche bus. “Abbiamo bisogno di un sistema di accoglienza che li immetta subito in centro, e quindi di un sistema di trasporto decente”.
L’aumento dei flussi in aeroporto non è da meno. “Palermo non è pronta ad accogliere così tanta gente, non è organizzata e se vogliamo guardare al futuro sarebbe opportuno che la Regione, il Comune, la città Metropolitana sviluppassero un piano e non in pochi decenni ma in pochi anni”.
Palermo, una città lontana dal modello europeo. “Abbiamo una ricchezza che ci dovrebbe favorire e aiutare. Quello che ci serve è un’accelerazione immediata. C’è ancora tanto lavoro da fare”.