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Il problema

Morti sul lavoro, Cgil e Uil: “In Sicilia sciopero generale nei settori privati”

mercoledì 3 Aprile 2024

Negli ultimi 4 anni la Sicilia ha registrato un morto sul lavoro ogni 4 giorni. Particolarmente colpito il settore edile, ma il fenomeno riguarda anche agroalimentare, terziario manifatturiero. I deficit di sicurezza, in una regione seconda d’Italia dopo la Calabria per lavoro irregolare, con una percentuale del 18,5 e punte del 30% in agricoltura, del 20% in edilizia.

Ed è proprio nel lavoro irregolare che si annidano il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza e di conseguenza la gran parte degli incidenti sul lavoro. Per chiedere sicurezza e “Zero morti sul lavoro”, anche in Sicilia si terrà dunque l’11 aprile lo sciopero generale di 4 ore, che diventano 8 nell’edilizia, indetto da Cgil e Uil in tutti i settori privati.

Un’iniziativa a carattere nazionale, “che in Siciliadicono i segretari generali di Cgil e Uil regionali Alfio Mannino e Luisella Lionti si arricchisce di contenuti e difficoltà peculiari da affrontare”. Si sciopera anche per “una giusta riforma fiscale”, in una fase – osservano Mannino e Lionti-  in cui il governo sta predisponendo interventi che non avranno ricadute positive nel Mezzogiorno per un nuovo modello sociale e di fare impresa che rimetta al centro delle politiche economiche e sociali il valore del lavoro”.

Dunque per il rinnovo dei contratti nazionali, una legge sulla rappresentanza, la centralità della persona e della salute, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, la riforma delle pensioni, gli investimenti per la riconversione del sistema produttivo.

Nelle varie province intanto Cgil e Uil sono al lavoro per organizzare per la giornata dello sciopero le manifestazioni territoriali e di categoria che lo accompagneranno. Ci sarà anche una manifestazione a carattere regionale, a Palermo, per “rimarcare– sottolineano Mannino e Lionti- le responsabilità del governo regionale, che tiene ancora nei cassetti un protocollo di intesa  sulla sicurezza, siglato col precedente governo, per implementare il numero degli ispettori del lavoro ed è ancora in discussione il protocollo sullo stress termico”.

“Quella degli ispettori del lavoro è una nota dolente: in Sicilia sono solo 49 a cui se ne aggiungono 30 in scadenza alla fine dell’anno e con margini di azione limitati. Si aggiunge – rilevano i segretari di Cgil e Uil – la mancata iniziativa per il rilancio del sistema economico, produttivo e dell’occupazione”.

Folto il carnet delle richieste di Cgil e Uil nazionali in tema di sicurezza e salute. “Attraverso un rinnovato atto di responsabilità collettiva”, i due sindacati chiedono che “Governo, istituzioni, Conferenza Stato – Regioni, enti preposti stipulino assieme alle confederazioni sindacali un ‘Patto per la salute e la sicurezza sul lavoro”.

La parola chiave del Patto è “prevenzione”, da attuare attraverso uno specifico Durc salute e sicurezza, reso obbligatorio per gli appalti pubblici e privati, norme che impediscano di usufruire di finanziamenti pubblici alle imprese che non rispettano i requisiti di regolarità e legalità, contratti e norme sulla sicurezza. I sindacati chiedono inoltre di vietare i subappalti a cascata, di applicare il codice degli appalti anche a quelli privati e l’introduzione di una patente a punti come sistema di qualificazione delle imprese, determinando un meccanismo chiaro di sanzione per l’interdizione delle imprese scorrette. E ancora, formazione e rafforzamento della vigilanza.

Al riguardo della riforma fiscale Cgil e Uil rimarcano che “lavoratori dipendenti e pensionati pagano oggi il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie continuano a non pagare oltre il 70% delle imposte dovute e l’evasione è pari a 90 miliardi l’anno”. In questo contesto la delega che il governo sta applicando “invece di combattere l’evasione introduce sanatorie, condoni e concordati. Inoltre non tassa gli extraprofitti ma favorisce le rendite, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze”.

Favorisce insomma– sottolineano Mannino e Lionti-  come già fatto con la Flat tax ciò che si trova al Nord del Paese. Il peso fiscale su lavoro dipendenti e pensioni va ridotto – rimarcano- la Flat tax abolita e va promosso un fisco progressivo”.

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