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L'incontro

A Palermo l’ultima tappa della Commissione Antimafia, Cracolici: “Nei prossimi giorni saremo allo Zen” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 16 Ottobre 2025

Chiude a Palermo il tour della Commissione regionale Antimafia. Dopo un lungo lavoro avviato nel 2023, la Commissione presieduta da Antonello Cracolici ha concluso la mappatura della Sicilia, visitando tutte le province dell’Isola e incontrando gli attori protagonisti che ogni giorno vivono i territorio, ognuno con le sue peculiarità e divergenze.

Cracolici, con Marianna Caronia, Roberta Schillaci e Bernadette Grasso hanno incontrato i vertici della prefettura e della magistratura inquirente palermitana. I lavori sono iniziati alle 12 con il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, con il questore, Vito Calvino, con il comandante provinciale dei Carabinieri, Luciano Magrini, con il comandante provinciale della guardia di Finanza, Domenico Napolitano, e con il capo del centro operativo Direzione Investigativa Antimafia (DIA), Onofrio Panebianco. Subito dopo l’incontro con la procuratrice generale presso la corte d’Appello di Palermo, Lia Sava e con il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia. Al termine del punto stampa l’incontro con i sindaci.

Una visita al capoluogo siciliano, però, fortemente condizionata dall’omicidio di di Paolo Taormina, il giovane di 21 anni ucciso con un colpo di pistola in via Spinuzza, a Palermo, mentre cercava di sedare un rissa. Un episodio che ha scosso l’opinione pubblica e la sensibilità di tutto il Paese. Ieri gli interventi da parte del Viminale, dopo l’incontra tra il presidente della Regione Renato Schifani e il primo cittadino Roberto Lagalla con il ministro Matteo Piantedosi, e l’istituzione di tre zone rosse in centro città. La Commissione, inoltre, ha colto l’occasione per annunciare un incontro allo Zen, quartiere del reo confesso Gaetano Maranzano.

Tra alcuni dei dati forniti vi è il 14% in meno degli omicidi sul territorio. Numeri impressionanti sono invece quelli che riguardano la proliferazione e la circolazione di armi, soprattutto quelle da taglio, le più facilmente accessibili, anche nella fascia under 18. Uno dei problemi principali riguarda la carenza di risorse e personale all’interno delle procure. Proprio in tal senso, quella palermitana, lo scorso 25 agosto ha inviato una lettera a Roma per evidenziare la carenza di organico e di strumenti.

Ma non solo, dalla percezione della sicurezza al numero delle denunce, fino alla cultura mafiosa, sempre più attrattiva e capace di affascinare le fasce più deboli della popolazione, il tema di Cosa Nostra non si esaurisce qui. Il confronto di oggi è servito anche per confermare alcune evidenze già emerse nel corso dell’operazione che lo scorso febbraio portò all’arresto di 181 persone tra i mandamenti di Porta Nuova, Pagliarelli, Tommaso Natale-San Lorenzo e Santa Maria di Gesù, oltre i fermi a Bagheria, Carini, Cinisi e Terrasini: i nomi sono sempre gli stessi, una specie di eredità, e l’età media è sotto i 40 anni. Tutti simboli sui cui urge certamente interrogarci. 

La mafia dunque esiste ancora e resta un’emergenza, nonostante negli anni sia riuscita a cambiare pelle e insinuarsi in settori nevralgici come l’economia e la politica, incidendo, ad esempio, sui numeri relativi alla corruzione e alla sicurezza. 

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