Vogliamo farvi ritornare bambini o risvegliare il fanciullino, che dorme accucciato in voi, riscoprendo un gioco del passato, in italiano trottola, in siciliano ‘A Strummula, ‘U Tuppettu, U Pitollu o Tuppeturu, che ha una storia antichissima che andiamo a raccontarvi.
A spasso nel tempo
Chiamata dai greci Paleo o Turbo, la ritroviamo citata da Omero, nell’Iliade, per descrivere il roteare di una pietra lanciata da Aiace; gli Egizi già la conoscevano e questo è testimoniato da una trottola in legno di cisto ritrovata in una tomba presso il sito di Kemada, a Menfi, (databile 2600-2200 a.C.).
Oltre al “cieco vate“, l’hanno citata Virgilio, Catone, Dante, Torquato Tasso, Boccaccio e Rabelais. Nella storia dell’arte, invece, il primo a raccontarla, attraverso le immagini, è stato Pieter Bruegel il Vecchio, che la raffigura sia ne “I Giochi dei Giovani”, dipinto nel 1560, sia ne “La Battaglia fra Carnevale e Quaresima”, nel 1559, entrambi conservati a Vienna, al Kunsthistorisches Museum.
Passando dallo ieri all’oggi, tra le popolazioni indigene di Asia e Africa, i bambini utilizzano per giocare delle ghiande o trottole rudimentali di legno. In Giappone si ha una produzione di trottole artigianali, di cui alcune sono dette “partorienti” perché ne generano altre più piccole durante il loro giro. Altre curiosità riguardano il Borneo, la Nuova Guinea in cui, dopo la semina, i contadini le fanno girare per stimolare la crescita dei germogli e la nostra Sicilia, precisamente Montedoro, in provincia di Caltanissetta, in cui c’è un monumento a lei dedicato, segno evidente dell’importanza di questo gioco nella nostra tradizione popolare. Esemplari di trottole sono stati rinvenuti, inoltre, negli scavi dell’antica Troia, di Pompei, in alcune tombe etrusche, in Cina, in Giappone e in Corea.
‘A Strummula era un gioco costruito in maniera artigianale dai “picciriddi“, praticato per strada, in cui bastava trovare uno spiazzo, disegnare due linee parallele con un gessetto, o un legnetto, delineare il campo e portarsi la propria da casa. Scopo del gioco era fare girare il più a lungo possibile ‘u tuppettu, un altro dei suoi nomi, per mezzo di ‘a lazzata‘, un cordino che, prima avvolto attorno, veniva tirato via al momento del lancio della trottola stessa. A inizio gioco si decideva il numero di “pizziate” che il perdente doveva subire e ed era il vincitore con la propria trottola, a “pizziare“, colpire con la parte appuntita quella dell’avversario, l’appuzzatu, che spesso si distruggeva completamente.
Il suo nome catanese è Tuppeturu, si ricavava da una biglia che risultava un po’ più liscia da un lato, in cui veniva inserito un chiodo, la cui parte appuntita si lasciava fuori così da poterla avere come perno per il movimento. Il nome deriverebbe dalla parola “tuppu“, indicante un arnese la cui forma è tondeggiante e sporgente. Il Tuppeturu che, però, a seconda delle dimensioni, cambiava il nome in paparazza, paparedda, tuppeturu lisinu, cominciava con la frase «Cu puttau ‘u tuppètturu?». Potevano partecipare duo o più squadre: nel primo caso, si contava il numero di giri che la spinta del giocatore riusciva a dare alla trottola; a squadre, invece, questa lanciata dal primo giocatore doveva essere bloccata da quella degli altri. Questo passatempo all’aperto serviva a coltivare la socialità, l’apertura agli altri e se vi steste domandando quale fosse il suo scopo, la risposta è quello di divertirsi in modo semplice osservando le sue evoluzioni sul pavimento. I tornitori, lavorando di solito su vecchi torni a pedale, realizzavano ‘A Strummola con grandissima precisione, utilizzando legni semiduri di provenienza locale, di cui il più usato era il limone, seguito dall’olivo e dalla quercia.
Abbiamo scovato, nella nostra ricerca, un videogioco sviluppato nel 2017 per dispositivi Android e iOS, “U tuppettu AR“, che permette di giocare, a questo nostro gioco popolare, le nuove generazioni collegandole a quelle passate. Dal reale al virtuale, che segna l’innovazione nella tradizione. Il gioco ha due modalità AR (Augmented Reality): Lemogeddon, in cui si dovrà far girare il proprio tuppetto il più a lungo possibile, evitando i limoni e raccogliendo i fulmini che aumenteranno la velocità di rotazione della trottola. Maggiore sarà questa, più saranno i punti accumulati. Nella versione Free Mode, invece, non ci sono regole precise. Caricate il vostro tuppetto e lanciatelo sul terreno di gioco facendolo scontrare con quelli dei vostri amici. Quest’ultima può essere giocata in solitaria o con un gruppo di amici connessi in una rete LAN con massimo 4 giocatori.
Che aspettate a iniziare a Strummuliare?