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Il colloquio

Abbate (Dc): “Il 2024 sarà l’anno delle riforme all’Ars”

sabato 13 Gennaio 2024

Ignazio Abbate, presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, adesso che è stata approvata la legge di stabilità regionale in Sicilia, quale sono le priorità che si darà il parlamento siciliano?

Quest’anno abbiamo la fortuna di aver approvato la legge di stabilità con articoli contenuti nel maxi emendamento che riguardano norme ordinamentali. Questo significa che tanti provvedimenti che avrebbero necessitato di un lungo iter, sono stati inseriti nella legge di stabilità e quindi approvati. Naturalmente questo non significa aver privato il Parlamento della possibilità di approfondire l’approvazione delle norme ma sicuramente gli consente di sfoltirle, lasciando alla via ordinaria parlamentare soltanto le grandi riforme che quest’anno potranno essere approvate senza problemi, anche alla luce del fatto che la finanziaria è stata approvata all’inizio dell’anno e quindi non si registreranno interruzioni all’attività parlamentare come è avvenuto invece negli anni passati“.

Il cantiere delle leggi nell’Isola negli ultimi anni ha subito una sorta di sindrome da ingolfamento: il 2024 sarà l’anno di quali leggi?

Ci sono 5 importantissimi disegni di legge: Province, legge urbanistica, riforma consorzi di bonifica, riforma degli enti locali e riforma della polizia locale. Sono disegni il cui iter è in fase avanzata. Il primo in ordine cronologico sarà quello che riguarda le province che è già passato dalla Commissione Bilancio ed è pronto per l’approdo in Aula: Gli altri quattro devono invece ancora passare il vaglio della Commissione“.

Sulla riforma delle Province e il relativo reinserimento degli enti di area vasta pende sempre l’incognita delle mosse romane. Al netto dell’ottimismo che invece regna in Sicilia come si procede adesso?

Lo scoglio più grande non è tanto l’approvazione in parlamento quanto riuscire a trovare l’accordo sulla data delle elezioni visto che saremo la prima regione italiana a ritornare al voto sugli enti intermedi con elezioni di primo livello. Attualmente ci sono due correnti di pensiero: i grandi partiti nazionali spingono per votare insieme alle europee e sfruttare il traino del cosiddetto voto d’opinione mentre i partiti più radicati nella regione preferiscono una data diversa o quantomeno che siano comprese nella tornata delle amministrative. In ogni caso il Presidente ha avuto rassicurazioni da Roma, come più volte ha esternato, sul via libera alla nuova riforma e sulla possibilità di votare con elezioni di primo livello“.

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