Lo scontro tra l’ex sindaco Renato Accorinti e l’attuale primo cittadino Cateno De Luca si sposta nelle aule di tribunale. Dopo le reciproche bordate tra le parti sul piano di riequilibrio e sulla situazione economica di Palazzo Zanca, il movimento “Messinaccomuna” che fa riferimento ad Accorinti ha infatti dato mandato ai propri legale per procedere nei confronti di De Luca, che da parte sua replica con tono altrettanto pretentorio.
“C’è un limite a tutto – afferma Accorinti -. Tutti possiamo sbagliare però l’offesa alla dignità delle persone non si può superare. Io ho fatto delle cose per chi ha problemi, l’ho fatto per tutta la vita e continuo a farlo anche adesso. Ho lasciato lavorare il sindaco, anche perchè all’inizio un sindaco deve capire come funziona la macchina, ma se offende le persone è inaccettabile e peggio ancora se si entra nel merito. Abbiamo molte cose su quello che sta facendo lui, che sta distruggendo le cose buone che avevamo fatto noi”.
“In uno dei suoi soliti post rabbiosi De Luca ha varcato il limite – si legge in una nota di Messinaccomuna – Non è permesso a nessuno lanciare accuse gratuite e infondate e non è da quel pulpito che possono venire prediche di questo genere. Le associazioni a delinquere non si dichiarano ai giornali, non si postano su Facebook; si denunciano in Procura. Se si tratta di una provocazione, non è tollerabile. Queste gravissime accuse sono state consegnate ai legali per gli opportuni passaggi”.
Immediata la replica di De Luca, che alla richiesta di un confronto pubblico da parte dell’ex Esecutivo aveva dichiarato che sarà possibile farlo dopo il 24 novembre, dando cioè priorità alla definizione delle procedure in atto per il “Salva Messina”. “Accorinti e i suoi sodali intendono querelarmi? Facciano pure – afferma De Luca – Io ho già fatto il mio dovere di pubblico ufficiale e completerà tale compito subito dopo l’approvazione e rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale. E’ giunto il momento di verificare chi della legalità ne fa un uso ipocrita e pilatesco rispetto a chi ne ha fatto e ne fa una ragione di vita politica ed amministrativa”.