Condividi

Acque reflue, Ue propone una maxi stangata all’Italia. Per Bruxelles “colpa anche dei siciliani”

giovedì 8 Dicembre 2016

Sarà perché al SI del referendum a Bruxelles ci tenevano parecchio, sarà che noi siamo un po’ lenti a  “recepire” e metterci in regola ma da qualche giorno nei rapporti tra Ue ed Italia si respira una brutta aria. La Sicilia sta già pagando un prezzo altissimo con l’incasinamento della vicenda precari, la cui stabilizzazione è stata stralciata dalla Legge di stabilità nazionale per consentire una rapida fiducia al governo Renzi dimissionario.  Il motivo di tanta confusione, di tanto tanfo forse c’è. Il leggero olezzo potrebbe essere legato al fatto che l’Italia – e “purtroppo” la Sicilia sarebbe in testa – non ha aderito a una sentenza della Ue targata 2012 sul trattamento delle acque reflue? Andiamo con ordine, dietro il termine acque reflue si celano sia i residui più infimi del metabolismo umano, sia quelli generati dall’azione industriale.  Tutto quel materiale immondo da qualche parte deve finire. Secondo Bruxelles (ma lo dicono anche le ricerche di Legambiente), i residui made in Italy vengono trasferiti in modo quantomeno bizzarro. Dalle nostre case, dai nostri water, dalle nostre fabbriche, ogni genere di cacca biologica o chimica finisce – per colpa di molti comuni italiani – nei mari e nei fiumi  senza il necessario “trattamento”.

Nell’anno 2012, dunque, la Commissione si accorse che qualcosa negli scarichi del Belpaese non andava. E andò giù pesante censurando il “reflusso” di 109 comuni.  Proprio oggi, la Commissione ci avverte che in quel lotto di assembramenti umani ce ne sono ancora 80 fuori regola e, disgraziatamente per noi, 51 di questi sono in Sicilia. Così, col severo cipiglio del fustigatore nell’interesse del bene comune, la Commissione europea ha nuovamente deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per la mancata esecuzione della sentenza Anno Domini 2012 sulle acque reflue urbane.

A margine i commissari scrivono così “Le autorità italiane devono ancora garantire che vengano adeguatamente raccolte e trattate in 80 agglomerati del paese, dei 109 oggetto della prima sentenza, al fine di evitare gravi rischi per la salute umana e l’ambiente“. Ed aggiungono che “a distanza di quattro anni la questione non è  ancora stata affrontata in 80 agglomerati, che contano oltre 6 milioni di abitanti in diverse regioni italiane“. Di questi 80 agglomerati, 51 si trovano in Sicilia . La Commissione  ha chiesto alla Corte di giustizia dell’UE di comminare una sanzione forfettaria di 62.7 milioni di euro e propone inoltre una sanzione giornaliera pari a 346.922 euroqualora la piena conformità non sia raggiunta entro la data in cui la Corte emette la sentenza“.

C’è poco da scherzare. Se il conto appare salato, le conseguenze sono peggiori, perché spiega la nota di Bruxelles “la mancanza di adeguati sistemi di raccolta e trattamento in questi 80 agglomerati pone rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l’ambiente marino“. La decisione finale in merito alle sanzioni spetta alla Corte di giustizia dell’UE.  Mancano i soldi per questi interventi? Assolutamente no. Proprio per far fronte alla bocciatura della Commissione Europea del 2012, lo Stato e la Regione siciliana hanno sottoscritto un accordo di programma quadro ben dettagliato e ben rifornito sul piano finanziario: 1 miliardo e 161 milioni, come risulta dall’accordo, siglato a Roma il 30 gennaio del 2013.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
ilSiciliaNews24

Francesco Zavatteri: “Chi spaccia il crack vende morte ai ragazzi” CLICCA PER IL VIDEO

Seconda parte dell’intervista de ilSicilia.it a Francesco Zavatteri, padre di Giulio, giovane artista palermitano, ucciso da un’overdose di crack all’età di 19 anni il 15 settembre 2022. L’importanza delle strutture nei quartieri delle città, le proposte dal basso e le iniziative legislative sul tema della tossicodipendenza.

BarSicilia

Bar Sicilia, Tamajo e la ex Blutec: “Non è più il momento di fare speculazioni, garantiremo i livelli occupazionali”

Intervistato da Maurizio Scaglione e Giuseppe Bianca, uno degli uomini di punta del governo Schifani in Sicilia, fa il punto sull’attuale quadro della situazione. Nei luoghi in cui ha vissuto la favola operosa dell’indotto del golfo di Termini Imerese Tamajo riavvolge il nastro della narrazione dell’ultimo anno e mezzo di lavoro

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.