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Agira festeggia San Filippo, incantenatore di diavoli [Il Programma]

giovedì 10 Maggio 2018

La vostra Patti Holmes, questa volta, vuole cominciare prima con un indizio difficile, il cui arcano scoprirete solo leggendo, e, poi, con altri che vi sveleranno l’agognata meta.

“Non lo conoscevate, vero, quest’uso di succhiare un fiore di gelsomino e poi baciare? Non è altro che un gioco vano l’amore, senza un giardino dove spartirsi, labbra su labbra, la rugiada”.

1) Siamo diretti in provincia di Enna,

2) Nell’antica Agyrium,

3) Cittadina che dedica tre feste (a gennaio, maggio e agosto) al suo Patrono, presbitero taumaturgo ed esorcista, venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica, sia dalla Chiesa ortodossa

4) I cui abitanti sono tutt’ora chiamati, in suo onore, “sanfulippani

5) Terra d’origine, a cui fa spesso ritorno, di un grande giornalista e scrittore, molto amato

6) In cui appare un tal Maimone, che col Santo in questione ha avuto a che fare

Bene, cari allenati Watson, il luogo dai tanti innesti è Agira che, l’11 e il 12 maggio, celebra San Filippo, il suo Patrono. Oggi la festa, mantenendo la sua solennità e una grande ed intensa partecipazione, ha un tono meno sfarzoso e pittoresco del passato. La cosa che vi colpirà è che un intero popolo si riunisce per questa due giorni, con molti giovani che rientrano per l’occasione. Vissuto in epoca romana, non si concorda sulla data di nascita, ma su quella della sua morte, il 12 maggio, giorno designato per i festeggiamenti in suo onore.

Agira, in cui fu inviato, subito dopo l’ordinazione sacerdotale, per liberarla dai demoni che la affliggevano, dopo la sua morte assunse, per lungo tempo, il nome di “San Filippo d’Agira”. Il “Costantinopolitano”, dalla pelle di ebano, anche dal mondo “altro” non smise di proteggerla e, infatti, l’11 gennaio del 1682, comparve, dinanzi a due pastori, nelle vesti di un vecchietto, salvandoli da un grosso macigno che, staccatosi dalle pendici del monte Teja, è conosciuto come la rocca di Ciappazzi e si trova, tuttora, nell’omonima contrada agirina. Da questo evento deriva la terza festa annuale che cade, appunto, l’11 gennaio.

Lo stretto legame tra il Santo e Agira è simboleggiato dalla presenza di molteplici luoghi di culto, tra questi: la Grotta di San Filippo, luogo che il santo scelse come sua dimora e che secondo la credenza popolare fu anche teatro di alcune lotte contro il diavolo;  la chiesetta del castello, da cui, in seguito ad una scommessa con il demonio, lanciò un sasso che, fermatosi in quella che oggi è la via Roma,  è da tutti conosciuto come a petra ‘i San Fulippu e in cui gli zolfatari costruirono una piccola cappella contenente un altare in suo onore; un’altra, ancora, in piazza Europa, è conosciuta, anche, come “la villa“; infine, il simbolo per eccellenza della devozione è, certamente, la Cateva (o cripta) che, posta sotto la chiesa a lui dedicata, è il suo luogo di sepoltura e meta di pellegrinaggio per tutti i devoti che vogliono pregarlo e ringraziarlo. Su di essa si erge un’abbazia a tre navate dove vengono celebrate le festività in suo onore. All’inizio si è accennato a Maimone, la fontana in contrada Urselluzzo, che prende il nome dal demone che, nascosto in una grotta adiacente, fu sconfitto e incatenato da San Filippo all’interno della fontana che, magra consolazione, da lui prese il nome.

Tra i vari indizi è apparso quello legato a  uno scrittore, nato a Catania, ma vissuto ad Agira che in un libro, “Il Dolore pazzo dell’amore“, canta, come in un cunto de li cunti, da abile cantastorie contemporaneo quale è, la sua terra, le leggende, i diavoli, gli angeli, i re, le regine, i vescovi, le ninfe e tutti i personaggi che emergono da quei luoghi e da quel tempo senza tempo di cui il misterico entroterra siculo è espressione assoluta. Pietrangelo Buttafuoco è il suo nome (formula per seguire una sorta di epopea cavalleresca), cesellatore di parole scritte, che si sentono come fossero voci e si vedono come fossero mani, appartenenti all’universalità del Mediterraneo e dei suoi tanti popoli.

Adesso, però, è arrivato il momento di conoscere il ricco programma dei festeggiamenti.

Programma

Venerdì 11 maggio
Giornata delle Reliquie e vigilia della Festa

Alle 11,30
Preghiera di liberazione all’altare di San Filippo

Alle 12
Apertura dei festeggiamenti col suono delle campane di tutte le chiese di Agira e sparo di colpi a cannone. Solenne traslazione dell’Urna Reliquiaria del Santo alla Vara

Alle 18
Accoglienza della Comunità di Castelvecchio Siculo (ME) accompagnata dal Parroco Alessandro Malaponte, Arciprete della Chiesa Madre di S. Onofrio Eremita

Alle 18,15
Recita del Santo Rosario

Alle 19
Solenne celebrazione eucaristica presieduta da Padre Alessandro Malaponte con la partecipazione delle confraternite San Michele e del SS. Sacramento in S. Michele di Nicosia. Al termine tradizione processione delle Reliquie sino alla Chiesa di Sant’Antonio da Padova, celebrazione dei Primi Vesprie ritorno all’Abbazia. Al rientro svelata e traslazione del simularo del Patrono dalla sua cappella all’altare maggiore, tra il canto degli inni e il fervore dei devoti.

 

Sabato 12 maggio
Solennità di San Filippo

Alle 7
Il suono delle campane e lo sparo di colpi a cannone annunceranno alla Città l’inizio del giorno di festa

Alle 7,30
Santa Messa celebrata dal Priore Don Giuseppe La Giusa

Alle 8,30
Santa Messa celebrata da Rev. Sac.Salvatore Campagna, Parroco dell’unità Pastorale zona centrale di Agira

Alle 9,30
Accoglienza sul sagrato dell’Abbazia di S. E. Reverendissimo Monsignor Salvatore Muratore, Vescovo della Diocesi di Nicosia

Alle 10
Solenne Pontificale presieduto dal Vescovo con la partecipazione di tutti i Sacerdoti del vicariato, Autorità civili e militari, al termine del Pontificale Troporio o San Filippo secondo il rito della Chiesa Ortodossa i Costantinopoli, celebrato sall’Archimandrita Paolo Patricolo e dal Diacono Padre Michele Santagati

Alle 11
Festosa uscita del simulacro del Patrono accolto sul sagrato della chiesa dai fuochi d’artificio e dalla banda musicale. A seguire processione fino alla Chiesa di Santa Margherita, attraverso le seguenti vie: via Vittorio Emanuele, Via Roma, via Vittorio Emanuele, Palazzo, Piazza Immacolata, Chiesa di Santa Margherita

Alle 18
Dalla Chiesa di Santa Margherita il simulacro di San Filippo raggiungerà la Chiesa di Santa Maria Maggiore attraverso le seguenti vie: via Dorotea, via Bellini, Largo Raccomandata, Piazza Roma, via Diodorea, Piazza Dante, Chiesa di S. Maria Maggiore

Alle 18,30
Santa Messa all’Abbazia presieduta da Don Roberto Zito, Parroco dell’Unità Pastorale della zona centrale di Agira

Alle 19
Celebrazione eucaristica presieduta dal novello Sac. Giuseppe Maenza, a seguire processione solenne simulacro, il braccio reliquiario, le Autorità civili e militari, il popolo santo di Dio

Alle 22
Arrivo della Processione sul sagrato dell’Abbazia, benedizione, bacio della Reliquia, spettacolo di fuochi pirotecnici e chiusura del venerato Simulacro del Patrono nella sua cappella.

 

Chiudiamo con “Viva Agira e San Filippo”.

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