È un 2016 da dimenticare quello dell’agricoltura siciliana, non solo per i danni subiti a causa degli eventi climatici e dalle congiunture economiche sfavorevoli, ma anche e soprattutto per la crisi di liquidità in cui versa la maggior parte delle aziende agricole. La stessa Confagricoltura lo definisce un “annus horribilis”. “Oltre ai notevoli danni economici provocati dalle numerose avversità atmosferiche e commerciali – sostiene il presidente della Confagricoltura siciliana, Ettore Pottino – abbiamo avuto la beffa del pagamento più che dimezzato delle indennità compensative, che si sono ridotte a una mera elemosina. Il pezzo forte è, in negativo, il fermo tecnico nel congelatore regionale di tutte le somme destinate ai produttori in regime biologico, che interessano diverse migliaia di aziende (più di 8 mila) ancora in attesa delle rimesse per le annualità 2013 e 2014”.
Sono proprio loro, le imprese che hanno deciso di investire nel campo innovativo dell’agricoltura biologica ad essere maggiormente danneggiate. Un settore in espansione e ad alta redditività che in molte altre regioni fa registrate percentuali di crescita e occupazione importanti. In Sicilia, invece, il biologico rischia di trasformarsi nella solita opportunità di sviluppo sprecata dall’incapacità della politica e dall’inefficienza della macchina burocratica e amministrativa. Pottino punta il dito contro un sistema ingessato che rischia di far morire di inedia le aziende. “Siamo certi dell’impegno profuso dall’assessore Cracolici per la soluzione del problema – evidenzia il presidente – ma siamo anche coscienti del fatto che occorre un cambio di marcia da parte di tutto il sistema burocratico e politico della Regione perché le imprese non possono più aspettare”.
Da un ritardo all’altro, il bando del 2013 è andato avanti senza giungere ad oggi ad una vera conclusione. Ad allungare i tempi la vicenda giudiziaria scaturita dal ricorso di alcune aziende rimaste fuori dalla graduatoria. Nell’attesa che arrivi la sentenza, però, 180 milioni di euro rimangono nel limbo. Risorse che in un momento di particolare difficoltà come questo avrebbero aiutato gli agricoltori a superarlo senza incorrere in ulteriori indebitamenti. “Ora – aggiunge Pottino – si scopre a distanza di diversi mesi che il CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa) non è in grado di operare per il mancato insediamento dei componenti di nomina regionale. Eppure, ci era stato anticipato che a metà dicembre il ricorso alla sentenza del TAR sarebbe stato esaminato. La nuova udienza, salvo ulteriori ritardi, sembra ora fissata per il prossimo mese di aprile”.
Ma le vicissitudini di chi ha deciso di investire sul biologico partono ancora da prima. Il bando pubblico della precedente programmazione 2007/2013, emanato nel 2012, è stato annullato da una sentenza del Tar dell’aprile 2015. Da quel momento in poi sono stati sospesi tutti i pagamenti in attesa dell’esame del ricorso da parte del Cga che, incompleto, non può svolgere le proprie funzioni. Una storia che per Confagricoltura ha dell’incredibile. “A questo punto – aggiunge Pottino – l’ultima spiaggia rimane quella della transazione che può anticipare la soluzione rispetto alla sentenza, che rimane in ultima istanza comunque necessaria. Purtroppo anche questa opzione ha avuto dei tempi tecnici che ne sminuiscono l’efficacia in quanto la medicina rischia di essere somministrata a paziente morto”.
La misura è colma, per l’Associazione degli agricoltori, il problema non può più essere giustificato con motivazioni di carattere burocratico-procedurale. “Già – conclude il presidente di Confragricoltura – siamo oltre ogni sopportazione ed è necessario, inderogabilmente necessario, che la politica e il sistema nella sua interezza diano un colpo di reni ed esercitino le proprie prerogative per superare di slancio la palude delle inefficienze e dare la risposta che le imprese aspettano e, a ragione, pretendono”.