La Guardia di Finanza di Castelvetrano ha denunciato 36 persone per falso e truffa aggravata per frodi su fondi destinati all’agricoltura. Le indagini sono cominciate dopo la denuncia di un cittadino della Valle del Belìce che aveva deciso di riavviare la sua impresa agricola.
Quando ha presentato le istanze per l’ottenimento degli aiuti comunitari ha scoperto che alcuni suoi terreni erano già condotti da un’altra ditta a lui sconosciuta.
La Gdf ha scoperto che altre persone, per ottenere indebitamente le contribuzioni, hanno trasmesso all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura atti e attestazioni falsi sulla titolarità del diritto di proprietà o altri diritti reali su terreni agricoli.
I finanzieri hanno infatti individuato migliaia di particelle catastali, alcune corrispondenti ad aree demaniali, parcheggi di ospedali, strade e appezzamenti incolti, sulle quali sono stati fatti risultare impiantati fantomatici vigneti o altre surrettizie coltivazioni.
In alcuni casi sono stati persino riscontrati contratti di comodato d’uso gratuito di terreni stipulati tra il 2013 e il 2018 intestati a persone decedute. “In molti casi – dice la Gdf – la truffa è stata effettuata da finti ‘giovani agricoltori’ ed è stata finalizzata, non solo alla percezione diretta dei contributi, ma anche all’ottenimento illegittimo dei cosiddetti ‘titoli’, riconosciuti agli agricoltori in misura proporzionale all’estensione dei terreni dichiarati come coltivati”.
“Tali titoli, una volta ottenuti fraudolentemente dai truffatori, potevano essere piazzati sul mercato grazie anche ad apposite piattaforme on line alla stregua di ciò che avviene per gli strumenti finanziari nel mercato borsistico. Ad acquistarli erano solitamente agricoltori operanti in altre regioni d’Italia“.
I fascicoli aziendali falsi, riguardanti terreni per oltre 6.000 ettari, hanno consentito di ottenere fraudolentemente titoli per un valore economico complessivo di 720 mila euro e contributi per un importo complessivo di circa 1,7 milioni di euro, dicono i militari.
Previo nulla osta delle Procure della Repubblica competenti, sono state effettuate segnalazioni all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura affinché provveda a bloccare i pagamenti e a recuperare le somme indebitamente già percepite dai responsabili dei reati.