Quanto di quello che conosciamo delle decisioni sul piano etico e politico, prese dagli Stati, è sufficiente perché si possa avere un quadro esatto di come stanno le cose?
E quanto la non conoscenza può ledere il diritto civile e politico del cittadino? Marco Pannella sul diritto alla conoscenza ne fece una delle ultime battaglie della sua vita. Tutto nasce dopo la guerra in Iraq, nel momento in cui si seppe che i rapporti stilati erano stati volutamente falsati perché ne fosse autorizzato il bombardamento sul paese e i suoi abitanti. Da allora, nel lontano 2003, la battaglia per il Diritto alla Conoscenza del Partito Radicale non si è mai arrestata, piuttosto negli anni ha acquisito partner importanti e prestigiosi. Uno di questi è senza dubbio il Siracusa International Institute (conosciuto come ISISC), leader nel settore del diritto penale internazionale e per i progetti umanitari svolti in tutto il mondo grazie a chi, nel 1972, ne volle la fondazione, il professore Cherif Bassiouni.
Oggi, a Siracusa, dopo la presentazione alla sede storica del Partito Radicale di lunedì scorso, il documento sul Diritto alla Conoscenza è stato illustrato (dopo avere contribuito in modo importante alla sua redazione), dallo professore Bassiouni. Con lui Ezechia Paolo Reale, Laura Harth, rappresentante del Partito Radicale all’ONU e Matteo Angioli membro della Presidenza del Partito. La redazione del documento, di fatto, istruisce la campagna per il riconoscimento in seno alle Nazioni Unite del diritto alla conoscenza come diritto umano e universale. Tra gli altri redattori, oltre a Reale, il professore Dunlop, la professoressa Graziani, il professore Radaelli, il professore Ronzitti e l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata.
“E’ sicuramente un passo avanti – ha commentato Bassiouni – ma la battaglia per il Diritto alla Conoscenza sarà lunga. Ogni passo sarà combattuto dagli Stati ma noi non abbiamo scelta, non possiamo essere indifferenti. L’indifferenza ha portato, nel 1939, uno dei crimini più efferati contro l’umanità, l’eccidio di ebrei e slavi. Cosa dire dei 500mila siriani morti? Il vero potere decisionale – ha aggiunto – non è più esercitato dagli Stati quanto dalle società internazionali e multinazionali. E’ questo il vero cambiamento che segna il passaggio dei tempi ed al quale i diritti umani devono essere adeguati”.
“Oggi ha inizio un percorso importante per i diritti umani di nuova generazione, un diritto, quello alla conoscenza, che influenzerà il nostro futuro. Oggi di tutto questo si vede e si sente poco, ma senza di esso perderemmo la libertà e non dobbiamo smettere di costruire la speranza per i nostri figli” .
“La redazione di questo documento e la sua presentazione è un sogno che si sta progressivamente avverando” ha commentato Matteo Angioli che con Marco Pannella ha condiviso i primi passi di questa battaglia. “Lavorare a questo documento è stato un piacere – ha aggiunto Laura Harth – attraverso esso sarà possibile predisporre di una serie di strumenti che renderanno attivo l’esercizio della democrazia dell’uomo. Se pensiamo alla scelta dei temi su cui un paese agisce e sceglie, alle regole chiare e non imposte dall’alto. Un sogno? Noi crediamo che attraverso un documento si possa cominciare a costruire un nuovo senso di democrazia”.