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La questione

Albergatori Taormina: “No a Tassa Resilienza Climatica. Incendi vanno evitati”

lunedì 15 Aprile 2024

La possibile introduzione di una “Tassa di Resilienza Climatica“ in Italia fa discutere e sulla questione prende posizione l’Associazione Albergatori Taormina. Il presidente di AAT, Gerardo Schuler anticipa il “no” dell’industria dell’ospitalità a questa soluzione che ribadisce la richiesta di un utilizzo dell’imposta di soggiorno “soltanto per finalità collegate al turismo e dunque alla promozione del territorio”.

“Il governo greco – spiega Schuler – ha recentemente introdotto una nuova tassa, denominata “Tassa della Resilienza Climatica“, volta a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e a promuovere la sostenibilità ambientale nel paese, tassa che sostituirà la precedente imposta di soggiorno alberghiera. C’è chi propone adesso di introdurre una legge simile anche in Italia. Pur condividendo a pieno la necessità di salvaguardare con determinazione il nostro patrimonio naturale e la sostenibilità ambientale, fonti indiscutibili di qualità di vita per tutti i cittadini e contemporaneamente dell’appeal anche turistico del Bel Paese, da albergatore di un Comune che vive quasi esclusivamente di turismo e che ha finora percepito poca trasparenza nel ri-investimento del tesoretto della tassa di scopo accumulatosi negli anni, sono comunque fermamente contrario a seguire il modello greco. Gli incendi si evitano con la prevenzione e punendo pesantemente chi li causa non certo tassando i turisti dichiarando di voler aiutare le ricostruzioni post-disastro. Accantonare un tesoretto per le ricostruzioni andrebbe a incentivare un cerchio vizioso in funzione ormai da anni, quello dei piromani su commissione”.

Lo scenario di questa nuova tax che parte dalla Grecia potrebbe, come detto, approdare sino in Italia. La Grecia si è trovata ad affrontare incendi boschivi e pesanti alluvioni, cui hanno fatto seguito inondazioni che hanno distrutto ampie zone abitate. Il governo ellenico ha individuato una nuova fonte di denaro, in un Paese che nel 2024 supererà il record di 33 milioni di visitatori dell’anno appena passato. Da qui l’idea di sostituire l’imposta di soggiorno con un’imposta “sulla resilienza climatica”, volta ad aiutare la ricostruzione post-disastro. Una proposta che gli albergatori siciliani bocciano con il perentorio no dell’Associazione Albergatori Taormina.

“Se ben ricordo, secondo una stima elaborata su dati provenienti dal Corpo Forestale e dai Vigili del Fuoco – prosegue Schuler -, le cause dei roghi in Italia degli ultimi anni sono da ricondurre per circa l’1% a cause naturali, per circa il 34% ad azioni colpose ed il restante 65% ad azioni con matrice dolosa: quindi due incendi su tre sono stati provocati intenzionalmente. Gli incendi boschivi sono quindi quasi tutti programmati, incentivati anche dalle pene di scarso effetto per gli incendiari, il risultato di un meticoloso lavoro di molte regie criminali che mirano a modificare l’originale utilizzo dell’area bruciata a proprio uso e consumo. Riteniamo che vi sia la necessità di contrastare le azioni a delinquere applicando e inasprendo le leggi in Italia in materia. È indispensabile che i Comuni e le Regioni ottemperino a quanto disposto dalla legge (n.d.r, la 353/2000) per la creazione di un censimento delle aree incendiate in modo da poter sempre vietare un diverso utilizzo dei terreni interessati, ossia un’area boschiva ridotta in cenere non dovrà essere calpestata per diversi anni salvo che per azioni di rimboschimento. Il termine attualmente previsto di 15 anni per poter modificare la destinazione d’uso di un’area incendiata dovrebbe essere raddoppiato. Considerata la diffusa inosservanza della legge attuale, con una variazione della stessa legge bisognerebbe aver la possibilità anche di denunciare i sindaci dei Comuni inadempienti”.

“L’imposta di soggiorno è e deve essere destinata esclusivamente al settore turistico – conclude Schuler – e non può essere usata per altri scopi. Sostituirla con una “Tassa della Resilienza Climatica“, da versare possibilmente a un Ente non comunale, offuscherebbe ulteriormente la già complessa e notoriamente poco trasparente materia. Noi albergatori dobbiamo continuare a batterci per la realizzazione degli scopi della tassa di scopo, quelli legati a migliorare la fruizione turistica dei nostri comuni. Tutti gli altri, dai ministeri, agli enti, dipartimenti e anche i Comuni facciano la loro parte in materia di prevenzione incendi boschivi e di applicazione delle leggi per scoraggiarli definitivamente”.

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