Si chiude la rassegna “Tra i sentieri dell’Opra” con la nuova produzione del maestro Mimmo Cuticchio “Alì Babà e i 40 ladroni”, sabato 28, 29 e 30 dicembre alle 18,30 nel Teatro dei Pupi di via Bara 95, Palermo.
Uno spettacolo adatto a bimbi ed adulti che riprende il percorso delle “Mille e una notte”, il quale accostare la cultura occidentale a quella orientale, affrontando i temi della convivenza e della diversità, della multiculturalità e della pace.
I suddetti temi sono presenti anche all’interno della mostra “Paladini e saraceni insieme per un Natale di pace”allestita nel Laboratorio del maestro Cuticchio, visitabile fino al 30 dicembre, dalle 10,00 alle 13,00.
“Alì Babà e i 40 ladroni” narra la vicenda di un povero boscaiolo diventato ricco grazie alla scoperta di un segreto e sviluppa alcuni temi e motivi ricorrenti nelle fiabe: furbizia e intraprendenza, giustizia e riconoscenza. Perché forse c’è ancora bisogno di credere nelle favole per sperare in un mondo migliore.
Uno spettacolo che sconfina dal classico della tradizione per condividere il gioco, la cultura, gli spazi, le regole, senza più barriere ed emarginazioni dovute a differenze culturali, etniche, religiose, di lingua, di colore e di genere.
Le magiche atmosfere delle “Mille e una notte” diventano il pretesto per sollecitare una riflessione contemporanea sul testo e sulla città di Palermo con la partecipazione straordinaria di Virticchio e Nofrio, i due pupi di farsa saldamente legati alla cultura popolare dei quartieri.
Il primo copione di Mimmo Cuticchio raccontava di Giuseppe Balsamo, sedicente conte di Cagliostro. Non più dunque il paladino Orlando e la sua spada Durlindana a difendere i più deboli, ma un mago-alchimista con una pietra filosofale a proteggere i più poveri, a ipnotizzare e guarire gli ammalati.
Da quel primo spettacolo, la programmazione del Teatro di via Bara cammina su due binari paralleli: il genere cavalleresco e le nuove proposte, rappresentate oggi da una quarantina di copioni che trattano di giustizia e legalità, di integrazione, di femminicidio.
Nel 2007 è stata messa in scena una delle favole delle “Mille e una notte”: “Aladino di tutti i colori”, dedicato ai bambini dei cinque continenti.
Racconta Cuticchio: “Portai in scena la favola di “Aladino di tutti i colori, un bambino di Baghdad, ma anche di Gaza, di Palermo, di Tunisi o di Dakar. A distanza di dodici anni poco è mutato in meglio. La tanto invocata integrazione stenta a decollare, il mondo è ancora pieno di frontiere, la discriminazione non è stata superata”.
Il maestro dichiara: “vorrei contribuire a svelare gli usi e i costumi del popolo orientale, riflettendo sulla disparità tra chi è ricco e chi è povero, tra chi soffre per procurarsi il pane e chi invece non deve compiere nessuno sforzo, nel tentativo di mettere in evidenza i veri valori in cui credere e di dimostrare che le cose cambiano, che i sogni fanno parte della vita e che chi nasce povero o proviene da paesi sfortunati, può e deve sperare in un mondo migliore”.