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Alla scoperta della Sicilia attraverso le “Vie Francigene” | VIDEO

giovedì 5 Marzo 2020

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Ci sono luoghi in questa splendida terra che sono rimasti selvaggi e ancora tutti da scoprire. Il mio viaggio in questa Sicilia sconosciuta durerà cinquanta giorni, durante i quali mi troverò davanti paesaggi di ogni sorta”. Questo è il progetto Adventure spirit di Marco Indorato spinto dal “fare” per arricchire il proprio bagaglio di vita con un’esperienza decisamente unica, un viaggio irripetibile per le vie Francigene di Sicilia.

Ferdinando Scianna

Un progetto nato due anni fa da un giovane appassionato di vita alla ricerca di qualcosa che gli piacesse fare, come fotografare, e che lo rappresentasse, ispirato da uno dei più grandi fotografi siciliani, Ferdinando Scianna.

Per chi non sapesse chi sia, Ferdinando Scianna è il primo fotografo e fotoreporter italiano a far parte dal 1982 dell’agenzia fotografica internazionale Magnum PhotosLeonardo Sciascia descriveva il suo reportage come “quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile”.

Marco Indorato
Marco Indorato

Marco Indorato, classe ’92, laureato in infermieristica, insegnante di ju jitsu, fotografo e movie maker ha deciso di “non far parte di quelle persone che dice “ ah ma se l’avessi fatto”. “Io ho deciso di farlo con impegno, infatti sono ben due anni che mi preparo perché oltre alla ricerca e allo studio c’è molto di più”.

“Tutto nacque – racconta Indorato – da un’intervista fatta a Scianna il quale spiegava che la differenza tra un grande fotografo di reportage e tutti gli altri, più dell’abilità con la macchina fotografica (perché tutti possono comprare una reflex) era il fare“.

Scianna, in una recente conferenza tenuta all’Università di Palermo, ha raccontato infatti che fu il professor Domenico Enrile a dare un ”imprinting su alcune mie ossessioni mentali, lo cito spessissimo “la migliore maniera di fare una cosa è di farla, un pilastro filosofico del rapporto che uno ha nella vita”.

Dalla passione per la fotografia paesaggistica, “perché il paesaggio te lo devi guadagnare, trovare l’inquadratura e aspettare la luce giusta“, Marco sceglie le vie Francigene, che sono il “Cammino di Santiago” siciliano.

Il percorso è composto da quattro vie, ma lui ne percorrerà solo tre:

 Marco Indorato Vie-Francigene-di-Siciliale vie che da Palermo portano a Messina: una lungo le Madonie e i Nebrodi, chiamata “Palermo-Messina per le montagne” e la sua più antica sorella che percorreva la marina, attraversando tutta la costa settentrionale;

la via che da Mazara del Vallo risale verso Marsala e verso la direttrice per Palermo, chiamata “via Francigena mazarense”;

la via che da Gela, lascia la Selinuntina e punta a Maniace, ai piedi dell’Etna ed alla sua abbazia, chiamata “via Francigena Fabaria“.

Le vie Francigene sono antiche strade percorse dai pellegrini che, da ogni parte della Sicilia, si recavano a Messina per proseguire il pellegrinaggio verso Roma, Santiago di Compostela o Gerusalemme. Alcune di quelle strade medievali sono ormai completamente cancellate, altre sono state trasformante in più attuali strade statali ed altre ancora sono rimaste delle vere e proprie trazzere, riscoperte e ricostruite attraverso lo studio attento di archeologi, storici e topografi che lavorano per ricostruire la rete viaria romana.

Marco Indorato partirà il 7 aprile 2020 e sarà il primo a fare il giro continuativo completo della Sicilia di circa seicento chilometri accompagnato nel cammino da un amico fraterno, una macchina fotografica e un drone per mostrare e raccontare un’Isola che si mostra solo a chi la percorre a piedi, scoprendo perle che non si mostrano in un viaggio in macchina. I due pernotteranno in strutture convenzionate con i “cammini francigeni” anche se l’idea iniziale era quella di dormire in tenda ma vista la lunghezza del percorso senza un buon sonno il viaggio sarebbe deleterio e si potrebbe correre il rischio di non terminarlo entro i cinquanta giorni prefissati.

Quindi scarpe da trekking, zaini in spalla, gps e tanto spirito di avventura guideranno un cammino verso l’orizzonte, che permetterà di conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era all’inizio.

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