In principio per la coalizione che sostiene l’esecutivo di Nello Musumeci fu la riscrittura della norma sull’Esa (ente sviluppo agricolo), una della priorità, o comunque una misura su cui il governo regionale, puntando sull’abolizione dell’ente agricolo, ci metteva la faccia. Poi ‘il destino della norma da riscrivere’, una sapiente forma di stand by con cui si afferma che l’aula non è pronta a dare il suo voto per approvare, è stata estesa alla riforma degli istituti autonomi case popolari.
Una soluzione che non risolve, differendolo, il problema da affrontare.
Al tempo stesso quel che è certo è che l’esecutivo regionale non vuole fare passi indietro. Ognuno nella sua autonomia di scelte si assume poi, è il ragionamento, le sue responsabilità. Perché una cosa è certa, il presidente della Regione Musumeci, assicura Falcone, sulla riforma vorrà andare avanti. Intanto le carte per chiudere la partita all’interno del’collegato’ sono sul tavolo insieme all’ipotesi di concludere tutto con un voto secco che approvi la riforma.
All’interno della maggioranza, qualcuno forse, come nel caso del SuperIrfis, non si era entusiasmato per la possibilità di intervenire successivamente, a norma approvata, con decreti assessoriali. Sbavature, correzioni, lavori di perfezionamento, che, in ogni caso, nulla tolgono allo stallo che, di fatto, sulla questione, è ancora oggi rilevabile. In ogni caso Falcone assicura: “se non dovessimo farcela in quest’occasione è quasi pronta una norma di settore dedicata alla riforma, noi vorremmo centrare quanto prima l’obiettivo”
Intanto non si è ancora conclusa l’operazione verità che i commissari stanno portando avanti negli IACP (quelli di Agrigento e Palermo presentano le maggiori criticità strutturate): “Si tratta di commissari straordinari- ha chiarito Falcone- che vengono utilizzati per questo periodo di transizione, in futuro ci saranno profili differenti”.
Che inizi con un inciso all’interno del ‘collegato’ o attraverso progetti legislativi compiuti, la stagione delle riforme necessarie, tra cui riordino della governance dei rifiuti, Formazione, acqua pubblica, incombe all’Ars. E prima o poi, dovrà avere inizio. Tanto vale guardarsi negli occhi, scappare dalla tentazione del voto segreto e fare la maggioranza parlamentare senza fughe, aiuti o contrattempi ‘provvidenziali’.