Le prossime amministrative porteranno al voto 138 comuni in Sicilia. Si voterà, fra gli altri, a Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani. Quanti di questi Comuni saranno coinvolti dall’onda d’urto del Movimento 5 stelle e quanti sanciranno la rivincita del centrodestra, dopo il bruciante cappotto del 28-0 degli uninominali, è presto per dirlo.
La puntata forte, o tra le più forti e quindi la maggiore attenzione, è su Catania.
Il centrosinistra siciliano, troppo stanco e deluso persino per leccarsi le ferite, riparte da tentativi singoli, con la possibile ricandidatura di Enzo Bianco a Catania chiamato alla prova più difficile contro il favorito Salvo Pogliese. L’occasione per il centrodestra, a candidati schierati, è di quelle ghiotte. L’europarlamentare ed ex presidente dell’Ars, su Catania vanta un radicamento importante, con un valore aggiunto che potrebbe essere di grande effetto per la coalizione di centrodestra.
Dopo la vittoria di Musumeci a novembre, il centrodestra che, dentro Forza Italia prova a scardinare la longeva continuità di Gianfranco Miccichè con una fronda che punta in realtà a piazzare un assessore alla Regione, possibilmente al posto di Vittorio Sgarbi, centrare il traguardo a Catania sarebbe un modo utile per rimuovere la recente sconfitta.
L’incognita dei grillini nel capoluogo etneo incombe come un fattore di primo piano. A correre anche è Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, designato assessore da Micari nella sfortunata corsa per Palazzo d’Orleans.
Quali fattori possano interferire sulle premesse della campagna elettorale, che appare sufficientemente delineata, rimane ancora da capire.
Non va dimenticato che le regole per l’elezione del sindaco prevedono un quorum al primo turno da raggiungere al 40%. Torna il voto disgiunto, grande assente nel meccanismo elettorale delle recenti Politiche e il carisma oltre alla capacità di aggregazione dei candidati radicati nel territorio, potrà fare la differenza.