Comune e sindacati dalla stessa parte nell’inchiesta Amap. Secondo le prime notizie dell’incontro avvenuto in Prefettura, l’amministrazione ha proposto lo sblocco dei conti correnti della partecipata. A garanzia della Procura, cui spetta la decisione, la giunta Lagalla conferma di aver reperito liquidità derivante da crediti che l’azienda vanta nei confronti di alcuni enti pubblici. Per arrivare ai 20 milioni di euro, però, si dovrà anche usare parte del patrimonio immobiliare di Amap.
La seconda strada da percorrere, su proposta della stessa azienda, è la richiesta di riesame. I tempi, però, sono lunghi, con il Tribunale che potrebbe pronunciarsi tra due o tre settimane. Il problema è che, dal carburante per i veicoli ai reagenti per la potabilizzazione, l’autonomia delle squadre di intervento è di pochi giorni. Forse, due o tre.
Per questo, lo stesso Prefetto Cucinotta ha detto ai sindacati che potrebbero ricevere una nuova convocazione già per il pomeriggio di oggi, lunedì 29 maggio.
A RISCHIO STIPENDI E SERVIZIO IDRICO
Non sono soltanto le oltre 700 famiglie dei dipendenti Amap a temere per il loro futuro. A farne le spese potrebbero essere l’intera città di Palermo e i 46 Comuni che nei prossimi giorni potrebbero non ricevere più il servizio idrico.
Dopo il sequestro di 20 milioni di euro per l’indagine sull’indebita percezione di erogazioni pubbliche, che ha coinvolto anche l’ex amministratore unico Maria Concetta Prestigiacomo, quello attuale, Alessandro Di Martino e il direttore generale Giuseppe Ragonese, c’è il rischio che non vengano pagati gli stipendi. Ma, soprattutto, si teme che l’Amap debba interrompere le proprie attività.
Il ché comporterebbe lo stop alla manutenzione ordinaria degli acquedotti del Palermitano: “Non potendo mandare in giro le proprie squadre per la banale mancanza di carburante per le vetture, non ci sarebbe nessuno – spiega Calogero Guzzetta, segretario generale Filctem Cgil Palermo – ad aprire le pompe la mattina e chiuderle la sera. Eventuali guasti non potrebbero essere riparati. Con i conti bloccati non si potrebbe neanche procedere con l’affidamento alle ditte per i lavori di allaccio alla rete da parte di quelle utenze che ne hanno fatto richiesta e hanno già pagato la quota”.
Per questo, i sindacati sono da stamattina in via Cavour, a Palermo, in attesa dell’incontro tra i rappresentanti dei lavoratori, il prefetto Maria Teresa Cucinotta e il vicesindaco Carolina Varchi: “Nel rispetto del lavoro della magistratura – sottolinea Guzzetta – chiediamo lo sblocco dei conti correnti. Una soluzione alternativa c’è: ci si può rivalere sul patrimonio dell’azienda, in attesa che vengano accertate o meno le violazioni”.
L’INCHIESTA
L’inchiesta è partita dalla denuncia della stessa Banca europea degli investimenti, che aveva erogato nel 2017 un prestito agevolato di 19 milioni 975 mila euro. Soldi che dovevano servire per la produzione di acqua potabile e il trattamento delle acque reflue. Per ottenere il finanziamento, secondo l’accusa, in Amap avrebbero nascosto elementi che avrebbero provocato lo stop e la revoca del prestito.