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di Annalisa Ciprì e Riccardo Vaccaro

Tutta la verità sui sindaci siciliani: avvocati, medici e un esercito di impiegati. L’inchiesta de ilSicilia.it CAPITOLO II

venerdì 28 Ottobre 2022

 

 

Di Annalisa Ciprì e Riccardo Vaccaro

PARTE SECONDA

Seconda parte dell’inchiesta esclusiva de ilSicilia.it dedicata ai 391 comuni dell’Isola e ai suoi sindaci. Ci siamo chiesti cosa facessero prima di diventare primi cittadini e che titolo di studio avessero conseguito. Le risposte? Vi lasceranno a bocca aperta.

QUANTI SONO I LAUREATI?

Poco più della metà, il 58,5%, ovvero 228.

E I DIPLOMATI?

Il 34,2 % dei sindaci siciliani, ovvero 161 sindaci, ha un diploma di scuola superiore. Solo una piccola percentuale, che si attesta intorno al 0,5%, riguarda i sindaci con la licenza media. In particolare si tratta di Reitano e San Marco D’Alunzio, nel Messinese.

QUALI SONO LE LAUREE PIU’ GETTONATE FRA I PRIMI CITTADINI?

Al primo posto troviamo Giurisprudenza. Il 10,74% dei sindaci siciliani ha una formazione giuridica. Si tratta della percentuale più alta nell’Isola. La concentrazione maggiore? A Messina.

Al secondo posto troviamo la laurea in Medicina, con l’8,43%. Seguono, la laurea in Ingegneria il 3,83% e laurea in Scienze Politiche e Architettura, entrambe al 2,5%. Infine, abbiamo la laurea in Lettere con l’ 1,5% dei laureati.

Nello specifico i laureati in giurisprudenza sono:

-a Palermo il 17,64%

-a Messina il 15,5%

– a Catania il 19,35%

-ad Agrigento il 12,5%

-ad Enna il 25%

-a Siracusa il 16,6%

-a Caltanissetta il 21,4%

-a Trapani l’8,3%

I laureati in Medicina sono:

-a Palermo il 17,64%

-a Messina il 12,9%

-a Catania il 22,58%

-ad Agrigento l’ 8,3%

-ad Enna il 6,25%

-a Siracusa il 8,3%

-a Caltanissetta il 21,4%

-a Ragusa 22,2%

-a Trapani l’8,3%.

I laureati in Ingegneria sono:

-a Palermo il 14,7%

-a Messina il 5,1%

-a Catania il 9,67%,

-ad Agrigento il 14,6%

-ad Enna il 6%

-a Trapani l’ 8,3%

Nella PRIMA PUNTATA, vi avevamo parlato delle (poche) donne sindaco siciliane. Quello che non vi avevamo detto è che undici delle 28 “mosche rosa”, hanno conseguito una laurea in ambito umanistico (Giurisprudenza, Lettere e Psicologia), 2 in ambito scientifico (Medicina e Farmacia) mentre 6 sono diplomate.

Tornando alla questione generale, ci siamo chiesti come mai sono così tanti i laureati in giurisprudenza e medicina a diventare sindaci?

ALCUNE IPOTESI

Nel primo caso, probabilmente, chi decide di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza potrebbe avere ha una certa propensione e ambizione nel voler entrare in maniera attiva e partecipata nel mondo della Pubblica Amministrazione. Un desiderio che vedrebbe la sua espressione più alta nel ricoprire la carica più importante all’interno del proprio comune e da qui l’idea di un corso di studi propedeutico al ruolo. Del resto, la conoscenza della macchina burocratica e delle norme, sono indispensabili (o almeno dovrebbero esserlo) per amministrare un comune.

Il secondo caso, quello che riguarda chi si iscrive a Medicina è forse più curioso. Ora, chi decide di fare il medico probabilmente non ha fin da subito l’ambizione di diventare sindaco. La “vocazione” potrebbe dunque nascere successivamente. Si tratterebbe, in fondo, di una “chiamata” che, a partire  dall’aiutare il prossimo, si riverserebbe in un bisogno nel fare del bene all’intera collettività e non più solo in ambito medico.

Tuttavia, le propensioni personali non bastano. Per fare il sindaco, ci vogliono i voti. E non è un caso che spesso nei piccoli comuni, il medico-sindaco, con la sua figura rassicurante, riceva un boom di consensi tra i compaesani. 

“TUTTI CONOSCONO IL MEDICO MA…ANCHE IL MEDICO CONOSCE TUTTI!”

A voler malignare, dunque, chi potrebbe dire di no al proprio medico in corsa per un posto da sindaco? Nessuno? Certamente no. Il voto è libero e segreto ma, è possibile che, in contesti molto piccoli, dove i rapporti fra persone sono molto stretti, il confine tra riconoscenza professionale e affari di natura squisitamente politica, sia un po’ più sfumato…

MEDICI, AVVOCATI E POI? QUALI PROFESSIONI SVOLGONO I SINDACI SICILIANI?

Nei curricula analizzati, molto spesso mancano le informazioni relative a questo aspetto. Accanto a medici e giuristi alcuni si classificano come docenti. La maggior parte però non lo specifica, motivo per cui, molti dei sindaci italiani sono formalmente “impiegati”. Impiegati di cosa e dove, non è dato sapere. Almeno per il momento…

Ed è con questo piccolo “esercito di impiegati-sindaco” che si conclude la SECONDA PARTE dell’inchiesta de ilSicilia.it dedicata ai 391 comuni dell’Isola e ai loro primi cittadini. Nella TERZA PARTE analizzeremo un aspetto inedito e dal taglio decisamente contemporaneo. Curiosi? Intanto, se dopo aver letto con attenzione vi ha incuriosito qualche aspetto, e se non vi aspettavate certe evidenze e  avete suggerimenti da darci, scrivete all’indirizzo mail redazione@ilsicilia.it

 

METODOLOGIA

*Tutti questi dati sono stati raccolti dalle pagine ufficiali di ogni singolo comune e dai curricula associati ad ogni nome. In alcuni casi non è stato possibile reperire le informazioni di tutti i sindaci siciliani e il più delle volte le informazioni strettamente personali risultano oscurate, come nel caso della residenza.

I motivi potrebbero essere legati a ragioni di privacy o per ragioni di pura opportunità politica, poiché un sindaco che non risiede nel comune amministrato potrebbe non essere visto di buon occhio dai suoi concittadini.

 

**Gli obblighi di pubblicazione per gli amministratori comunali sono dettagliatamente riportati nell’articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, cosiddetto Decreto Trasparenza. Nel dettaglio:

Art. 14. Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali

1. Con riferimento ai titolari di incarichi politici, anche se non di carattere elettivo, di livello statale regionale e locale, lo Stato, le regioni e gli enti locali pubblicano con riferimento a tutti i propri componenti, i seguenti documenti ed informazioni:
(comma così modificato dall’art. 13 del d.lgs. n. 97 del 2016)

a) l’atto di nomina o di proclamazione, con l’indicazione della durata dell’incarico o del mandato elettivo;
b) il curriculum;
c) i compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica; gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici;
d) i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti;
e) gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti;
f) le dichiarazioni di cui all’articolo 2, della legge 5 luglio 1982, n. 441, nonché le attestazioni e dichiarazioni di cui agli articoli 3 e 4 della medesima legge, come modificata dal presente decreto, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano. Viene in ogni caso data evidenza al mancato consenso. Alle informazioni di cui alla presente lettera concernenti soggetti diversi dal titolare dell’organo di indirizzo politico non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 7.

Inoltre, la delibera ANAC n. 241 del 08 marzo 2017, ha specificato che relativamente alla situazione reddituale e patrimoniale (articolo 14, comma 1, lettera f), l’obbligo riguarda solamente gli amministratori dei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

 

 

 

 

 

 

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