Ciao Christophe, benvenuto e grazie della tua disponibilità. Ai nostri lettori che volessero sapere qualcosa di te quale artista, cosa racconteresti? Chi è Christophe? Cosa è avaf (Assume Vivid Astro Focus) di Eli Sudbrack e Christophe Hamaide-Pierson?
Il mio nome è Christophe Hamaide-Pierson e faccio parte del duo franco-brasiliano chiamato Assume Vivid Astro Focus, ovvero, avaf. Eli e io lavoriamo in coppia da un po’ di tempo… dall’inizio del 2000, dopo il nostro incontro a New York dove allora vivevamo, alla fine degli anni ’90. Oggi tendiamo a dividere i progetti su cui stiamo lavorando: essendo io residente in Europa (sono francese e di base a Parigi), di solito mi occupo di progetti di avaf da questo lato del pianeta, e più a est, mentre Eli (un brasiliano con base Sao Paulo) si occupa di progetti che si svolgono dall’altra parte dell’Atlantico. Dipende principalmente dalla nostra agenda e da cosa è più facile fare per noi, dal momento che non viviamo più nella stessa città.
Per quanto riguarda la mostra di Palermo presso la Galleria di Francesco Pantaleone Arte Contemporanea (FPAC), sono stato coinvolto solo io e l’unico di avaf a partecipare.
Né Eli né io abbiamo un background artistico. Eli ha studiato cinema a San Paolo, mentre io ho studiato architettura a Parigi. Venendo da ambienti diversi, e da diverse parti del mondo, penso che la nostra sia una visione che risuona omnicomprensiva. Il nostro obiettivo principale sono le installazioni e i progetti site specific, ovvero, i progetti di arte pubblica, e questo è quello che stiamo facendo (e lo facciamo ancora) da oltre 10 anni, in diverse località in tutto il mondo. Queste alcune mostre realizzate: MCA Santa Barbara (2016), The Contemporary Arts Center, Cincinnati (2015); Il Faena Art Center, Buenos Aires, Argentina (2014); Il Museum of Contemporary Art (MOCA), North Miami (2013); Il Museo Nazionale di Arte, Architettura e Design, Oslo, Norvegia (2009); La Biennale di San Paolo, Brasile (2008); Il Museum of Modern Art (MoMA), New York (2008); Il Museum of Contemporary Art (MOT), Tokyo, Giappone (2007); La 1a Biennale di Atene, Grecia (2007); The Geffen Contemporary (MoCA), Los Angeles (2005); The Whitney Biennial, New York (2004)… per citarne solo alcune.
Ci racconti della tua mostra a Palermo, che ha per titolo “Isola Isola”, aperta al pubblico, con ingresso libero, alla Galleria Pantaleone a Palazzo Napoli ai Quattro Canti fino al 31 maggio 2018?
Conosco da molto tempo Francesco Pantaleone, ma questa è la prima volta che lavoriamo insieme. Alcuni mesi fa abbiamo parlato di fare una mostra, io fortunatamente ero disponibile e sono stato molto entusiasta di farla… specialmente dopo che Francesco mi ha offerto la possibilità di lavorare sul posto… lo spazio della sua Galleria è diventato il mio spazio-studio. Così Palermo è diventata la mia nuova residenza per sei settimane. Conoscevo la città solo attraverso una vacanza fatta qualche anno fa… Come avrei potuto resistere all’opportunità che mi era stata offerta di fare base a Palermo per un mese e mezzo e lavorare alla mostra?
Questo progetto site-specific è duplice: c’è un pezzo permanente nella scala di ingresso della Galleria, una carta da parati incollata sui muri dell’ingresso. Questa “parte accogliente”, energica e onnicomprensiva della mostra, crea un netto contrasto con la seconda parte dello spazio, che è più poetica e pacifica.
Per la seconda parte della mostra, mi sono concentrato sulla creazione di un nuovo corpo di lavoro che coinvolgesse l’idea di realizzare realmente le cose con le mie mani, con un tempo e uno spazio limitati, invece di esporre opere prodotte per me da altre persone. Prima di Palermo, avevo realizzato alcuni nuovi pezzi nel mio studio di Parigi utilizzando reti elettrosaldate, gesso e pittura… e ho continuato a sviluppare questo nuovo approccio nel mio lavoro per la mostra da fare alla FPAC, incorporando elementi che sarebbero stati correlati a Palermo e al mio peculiare rapporto con la città durante il mio soggiorno.
Una volta a Palermo, il mio tempo è stato per lo più speso nello spazio della Galleria producendo una serie di pannelli realizzati con reti metalliche e gesso, che avrei poi rimodellato in modo che ognuno potesse apparire diverso e unico, come un foglio scartato e accartocciato. Nel processo di lavoro, questi fogli di gesso bidimensionali hanno acquisito una terza dimensione (profondità) mentre venivano rimodellati, curvati o addirittura piegati. Poi li ho organizzati per gruppi, e ho iniziato a dipingere un modello ripetitivo su tutti i pannelli: un’isola colorata persa in un mare di bianco. Il modello sembra un lampo simile a un cartone animato, pur rimanendo abbastanza astratto da consentire interpretazioni diverse, tutte giocose e gioiose.
Questa forma è stata ripetuta un certo numero di volte usando un singolo colore per pannello, e ho finito con una costellazione di colori di piccole isole che facevano parte della più grande costellazione di gesso.
Nel processo creativo, mi sono reso conto che questa mostra aveva a che fare anche con un conflitto artistico personale: 2D vs 3D, o pittura contro scultura, ovvero, artefatto contro installazione. Volevo enfatizzare questa idea e ho iniziato a pensare a come esprimere al meglio questo aspetto nella mostra, per condividere questo mio conflitto.
Ogni giorno, spostandomi a piedi dal mio appartamento verso la galleria, mi sono imbattuto in elementi che mi sono sembrati emblematici di Palermo, una città in cui gli abitanti e le tradizioni si mescolano con il turismo di massa, e con quello che di solito comprano i turisti: souvenir trash e meraviglie di plastica!
Spinto dal desiderio di realizzare sculture piuttosto che pezzi in 2D, ho deciso di combinare i miei pannelli in gesso con quelli che si possono trovare nelle strade più turistiche di Palermo. Tutti i miei pannelli potevano quindi essere montati sulle pareti della galleria, in qualche modo saltando fuori dalle pareti, sfuggendo alla superficie piana a cui erano originariamente assegnati. Ho anche usato tende di perline di legno che ho trovato qui sul posto (tendine molto comuni qui), che ho smontato per mescolarle con altri pannelli di gesso dipinti, al fine di creare opere ibride che fossero sia dipinti che sculture… e anche tende!
Ho iniziato a dipingere anche su fogli di carta, ed era logico per me combinare queste carte con i pannelli di gesso dipinti sui supporti dei telefoni cellulari: questo evidenzierebbe l’idea di una superficie piatta che cerca di sfuggire alla sua condizione naturale. I lavori sono stati poi installati nello spazio della Galleria, occupando la maggior parte delle pareti. Una costellazione di costellazioni. Isole multiple interconnesse…
La mostra riguarda questa mia esperienza di essere isolato nello spazio della galleria, come essere isolato su un’isola molto piccola, che è anche parte di una più grande, la Sicilia. “Isola Isola” è il risultato di questo processo creativo. Come la mia curatrice e amica, Agata Polizzi, ha così magnificamente affermato: «Il progetto nasce dall’analisi di una caratteristica geografica ma al contempo mentale quale è “essere Isola”. Una condizione che racchiude mondi, stati d’animo, visioni, molteplici micro universi autonomi, dove ciascun individuo a suo modo è un’isola e, come tale, conserva uno stato di autonomia ma anche di necessità, rispetto al resto del mondo». Si tratta di perdersi e di immergersi in una condizione umana comune a tutti, e che in ogni fase richiama il valore di ciò che siamo, non come singoli individui, bensì come parte dello stesso universo.
Come è nata la tua passione per l’arte, per la pittura, per la conoscenza attraverso l’arte?
Non ricordo come sia nata, ma già da molto piccolo sono stato stimolato da diverse forme di pratiche artistiche o da processi creativi dalla mia famiglia, e di certo ho da sempre disegnato. Poi ho sempre avuto appetito per la vita e una fervida curiosità per il mio ambiente, che immagino si siano sviluppati nel tempo. Ora sono un’artista delle arti visive, ma adoro gli spettacoli come il teatro, la danza o il balletto, ma anche i film, la letteratura, e soprattutto la musica. Tutto questo, ancora una volta, mi è stato reso accessibile dai miei genitori in una fase molto precoce della mia vita… successivamente, da solo, esplorando e assorbendo ciò che la vita da nelle diverse fasi dell’esistenza. Mio papà, ad un certo punto della sua vita fece il burattinaio, e io da bambino ho passato parecchio tempo nascosto sul palco (o nel backstage) di un cabaret a Parigi, al largo degli Champs-Elysées, dove lavorava lui. Penso che tutto questo abbia lasciato in me una certa impressione, quella sensazione speciale che nasce quando sei trasportato in un mondo diverso dalla tua realtà quotidiana, qualcosa di quasi magico che ha molto a che fare con la performance dal vivo, il palcoscenico, le luci e il suono.
Perché secondo te l’arte, la pittura, la scultura sono oggi importanti e dovrebbero essere promosse da tutti coloro che vogliono conoscere e imparare?
Questo è vero per l’arte in generale, non solo per i mezzi espressivi che hai citato tu. Le opere d’arte sono importanti perché ti danno modi nuovi e diversi per avvicinarti al mondo. Viviamo in un mondo in cui tutto è così globalizzato, così insignificante che sembra vitale scuotere tutto e mettere in discussione ciò che ci circonda. L’arte è lo strumento ideale per farlo… Può anche essere un grande sforzo confrontarsi con un’opera d’arte, ma ne vale la pena, per quanto difficile possa sembrare a prima vista. Tutti dovrebbero provare a farlo, dato che è così gratificante… ma anche guardare da vicino un fiore o un albero è un buon modo per iniziare!
Cosa consiglieresti a giovani ragazze e ragazzi che volessero intraprendere la tua professione, la tua passione?
Beh, niente di ciò che non hanno già sentito dire: se senti nel tuo profondo di essere un artista, fa quello che ti dice il tuo cuore (o la tua mano), non quello che le attuali tendenze o il mercato dell’arte stanno promuovendo in questo particolare momento. Seguire le tendenze è il modo più sicuro per fallire e per ritrovarsi insoddisfatti e amareggiati. Inoltre, bisogna essere certi di essere in grado di distinguere tra ispirazione e imitazione! Ma… davvero… sto iniziando a sentirmi a disagio nel dare questo tipo di consiglio. Posso suggerire loro di leggere le davvero ispirate “Lettere a un giovane poeta” di Rilke?
Quali saranno i tuoi prossimi progetti e i tuoi eventi artistici? A cosa stai lavorando adesso? E dove i tuoi fan potranno seguirti?
In questo momento stiamo lavorando ai nostri prossimi progetti, una personale a Casa Triangulo a San Paolo, in Brasile, a luglio, e una grande personale a Confort Moderne, un centro artistico molto bello a Poitiers, in Francia, a settembre… Potete aspettarvi colori, questo è certo!
Non sono sicuro di avere dei fan, non mi considero una pop star, ma chi volesse potrà seguirci qui su instagram: @ grāv_jōnz e @assumevividastrofocus
Christophe Hamaide Pierson
astrotof@mac.com
Casa Triângulo, Sao Paulo, Brazil
www.casatriangulo.com
+55 11 31675621
Fredric Snitzer Gallery, Miami, USA
www.snitzer.com
+1 305 448 8976
Eric Hussenot Galerie, Paris, France
https://www.galeriehussenot.com
+33 1 48 87 60 81
ASSUME VIVID ASTRO FOCUS – Eli Sudbrack e Christophe Hamaide-Pierson
MOSTRA “ISOLA ISOLA”
Palermo // dal 26 aprile al 31 maggio 2018
dal martedì al sabato | dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea
Palermo, via Vittorio Emanuele, 303
+39 091 332482
www.fpac.it
info@fpac.it
Andrea Giostra
https://andreagiostrafilm.blogspot.it
https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/