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Argiroffi: "Città ostaggio di gestione fallimentare"

L’eterno cantiere dell’anello ferroviario di Palermo, un treno in ritardo di otto anni CLICCA PER IL VIDEO

lunedì 28 Luglio 2025

Gli scavi dovevano concludersi in 1089 giorni. Circa tre anni. E invece, a oltre 4000 giorni da quel 24 luglio 2014 in cui furono consegnati i lavori dell’anello ferroviario di Palermo, l’infrastruttura è ancora oggi incompleta. Più che in un anello di congiunzione fra centro e periferia, l’opera in questione si è trasformata negli anni in un “tranello” per la città dal quale la stessa fatica ancora oggi ad uscire. Nulla di nuovo sotto il sole di Sicilia. D’altro canto, in terra di Trinacria, l’elemento solido dell’equazione è il momento d’inizio del cantiere (anche se l’appalto relativo alle nuove linee del tram sembra costituire l’eccezione che conferma la regola). Ciò su cui non si ha certezza è la data di fine lavori, quasi sempre ballerina. Il tutto con buona pace dei residenti e delle attività commerciali delle zone coinvolte, costretti da anni a fare i conti con i disagi vissuti a causa della presenza degli scavi. Basta chiedere ai residenti di piazza Sant’Oliva, ai quali è stato restituito l’accesso alla piazza dopo un periodo di chiusura interminabile. Ed è proprio sull’impatto dei cantieri che l’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi non usa mezzi, parlando apertamente di una “città ostaggio dei cantieri da oltre 15 anni“.

Anello ferroviario di Palermo: un appalto lungo 4000 giorni

Eppure, la legge della vita è chiara. Tutto, prima o poi, deve arrivare ad una fine. E’ il quando che è un mistero. Sulla strada dell’anello ferroviario di Palermo ci sono state diverse difficoltà. I problemi geologici. Il fallimento della Tecnis. L’emergenza covid e l’aumento dei prezzi per la guerra in Ucraina. A cercare di colmare questo enorme gap oggi è la ditta D’Agostino, incaricata da RFI di proseguire gli scavi. La maestranze hanno lavorato a spron battuto in questi ultimi anni. Tanto da iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel dei lavori. Ma se sul futuro c’è possibilità di incidere, è il passato a non poter essere cancellato. Quegli otto anni di ritardo rispetto alla prima data di fine lavori fissata per il 23 luglio 2014.

Al momento sul piatto restano da concludere tre cantieri: l’asse Giachery-Porto, la fermata “Politeama” e la fermata “Turrisi-Colonna”. I lavori per realizzare quest’ultima struttura sono iniziati a fine febbraio, ma per la conclusione ci sarà da attendere. Discorso diverso per la stazione di piazza Castelnuovo, dove gli interventi sono ormai in dirittura d’arrivo. Data di fine lavori prevista attualmente: settembre 2025. Ma prima di vedere passare un treno dalle parti del teatro Politeama, bisognerà attendere il completamento della fermata “Porto” e dei relativi collegamenti con la stazione Giachery. Opere che sono un po’ più indietro rispetto alla fermata “Politeama”, tanto da posizionare la deadline per il cantiere tra fine 2025 e inizio 2026. Insomma, quest’anno ci sono importanti appuntamenti in programma per il completamento dell’anello ferroviario di Palermo. Fatto che si aggiunge all’inaugurazione, tenuta in apertura di 2025, della fermata “Libertà”.

Argiroffi: “Da 15 anni città ostaggio di gestione fallimentare”

Giulia Argiroffi, consigliere comunale alla manifestazione per la parità di genere
Giulia Argiroffi

Il problema resta sempre uno: il tempo impiegato per completare l’infrastruttura. Fatto sottolineato più volte dall’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi. “Quello che doveva essere un cantiere della durata di 3 anni, con fine lavori prevista per luglio 2017, si è trasformato in una ferita aperta per la città. Oggi, a oltre 8 anni dalla scadenza originaria, l’anello ferroviario è ancora incompleto, abbandonato a una lenta agonia di promesse mancate, disagi continui e soprattutto totale mancanza di trasparenza. Non solo i lavori non sono finiti, ma nessuno — né il Comune, né RFI — è in grado o ha il coraggio di fornire una data di conclusione nè spiegazioni plausibili“.

“RFI conferma – aggiunge la consigliera comunale – la propria inadeguatezza tecnica e progettuale, dimostrando come gli errori commessi all’origine — gravi, evidenti, mai ammessi — siano stati preferiti a un’operazione verità. E per coprire quegli errori si è scelto di sacrificare una città intera, bloccandone lo sviluppo, devastandone i territori, sprecando fondi pubblici e lasciando i cittadini prigionieri di cantieri infiniti e disservizi quotidiani. La verità è una sola: siamo da oltre 15 anni ostaggio di una gestione fallimentare, tra incapacità progettuali e responsabilità tecniche mai affrontate. E ciò che oggi viviamo non è solo un disastro amministrativo, ma una vera e propria truffa perpetrata ai danni della collettività“.

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