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Appalti al porto di Augusta, sei arresti: “Truccavano le gare”

giovedì 8 Novembre 2018

Una persona condotta in carcere e cinque poste agli arresti domiciliari, due professionisti interdetti dalla loro attività e il sequestro di una Società e di un milione di euro.

E’ l’operazione ‘Port utility’ della guardia di finanza di Siracusa, che  ha eseguito un provvedimento del gip, nell’ambito di un’inchiesta della procura su un presunto sistema di alterazione delle gare d’appalto bandite dall’Autorità portuale di Augusta per la realizzazione di opere infrastrutturali del porto commerciale finanziate con contributi nazionali ed europei.

I due imprenditori e i due promotori finanziari sono indagati per associazione a delinquere dedita all’esercizio abusivo della raccolta del risparmio, fatture false, appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni di circa 70 famiglie.

L’indagine è partita nel 2017 dopo le denunce di alcuni risparmiatori che, dietro la promessa di rendimenti altissimi, avevano deciso di investire i loro risparmi. I promotori finanziari, ricostruiscono le Fiamme gialle, sceglievano con cura le proprie vittime, in alcuni casi anche ultra 70enni, selezionandole tra quelle che non avrebbero fatto troppe domande sugli investimenti proposti, promettendo loro ottimi guadagni, basso rischio, tassi di rendimento fissi e possibilità di smobilizzare in qualsiasi momento.

Le vittime erano convinte di investire in strumenti finanziari o in titoli azionari di grosse società, ma, è l’accusa mossa dalla Procura di Ragusa, invece sottoscrivevano contratti di associazione in partecipazione riconducibili ad una società a ristretta base azionaria, “Cifra S.r.l”, che operava nel settore della edilizia residenziale, le cui quote sono state sequestrate su disposizione della magistratura.

La società avrebbe dovuto realizzare una costruzione residenziale, verrà ora affidata alla gestione di un amministratore giudiziario che tenterà, per quanto possibile, di risarcire gli investitori, alcuni dei quali hanno perso mezzo milione di euro.

L’immobile di proprietà della società ha un valore stimato in circa 2,5 milioni euro. In alcuni casi, alcune movimentazioni finanziarie dai conti della società sarebbero state fatte grazie all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse per lavori di edilizia da un imprenditore compiacente, che poi provvedeva a girare il denaro sui conti correnti degli amministratori della Cifra Srl.

Almeno 11 le gare irregolari, secondo l’accusa, nell’ambito della programmazione con fondi europei, per 100 milioni di euro.

I nomi degli arrestati. Sono l’ingegnere Nunzio Gaetano Miceli, unico finito in carcere, dell’architetto Pietro Magro e del fratello Giovanni, geometra, attuale commissario provinciale dell’Udc. Questi ultimi due ai domiciliari così come l’ingegnere Giovanni Sarcià e il geometra Venerando Toscano, entrambi funzionari dell’Autorità portale di Augusta.

E come Antonino Sparatore, commissario di gara. Per questi 5 indagati è stato disposto il sequestro della somma di un milione di euro, per equivalente, sui patrimoni personali di ciascuno, e partecipazioni in società o enti.

Due misure interdittive sono scattate per Salvatore La Rosa, consulente, e per Francesco Patania, già commissario di gara. Sono indagati, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio unitamente alle circostanze aggravanti e alle pene per il corruttore, e turbata libertà degli incanti.

Ha spiegato dal comandante provinciale, colonnello Luca De Simone,i bandi e i disciplinari di gara non venivano predisposti dai funzionari dell’Autorità portuale, ma dai professionisti della società di progettazione siracusana, mentre i responsabili unici del procedimento si limitavano alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Un’aggiudicazione pilotata dell’appalto a società internazionali con i quali i titolari dello studio di progettazione avevano concluso, secondo i magistrati, accordi per ottenere consulenze per quasi 8 milioni di euro”.

 

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