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L'appello

Appena specializzandi buttati in corsia, Giarratano: “Garantire un percorso formativo completo” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 1 Agosto 2024

“E’ necessaria una riforma urgente della formazione post laurea per gli specializzandi. Solo attraverso un’adeguata formazione possiamo garantire ai futuri medici la competenza necessaria per affrontare le sfide della sanità moderna”.

Il Presidente Siaarti, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, Antonello Giarratano torna all’attacco, appoggiato da varie comunità scientifiche, sulla formazione post laurea dei neo-medici. Anche perché che formazione possono avere degli specializzandi del secondo anno, se rischiano di essere buttati in ospedali, senza aver completato la formazione e inseriti in strutture senza tutte le specializzazioni?

Il Decreto Calabria

Dal Covid, gli specializzandi sono diventati i primi candidati per coprire la carenza di personale nelle strutture sanitarie, con il Decreto Calabria e ulteriori decreti.

A seguito della legge 30 dicembre 2018 n. 145 e successive modificazioni, gli specializzandi iscritti negli ultimi anni di specializzazione possono partecipare ai concorsi pubblici per titoli ed esami a tempo indeterminato per la specializzazione frequentate e, se idonei, vengono inseriti in graduatoria separata e secondaria rispetto ai medici specialisti. I medici specializzandi possono essere assunti, a tempo determinato ed automaticamente a tempo indeterminato al conseguimento del titolo, fino a 36 mesi nella rete formativa della propria scuola e fino a 18 mesi in tutti gli ospedali facente parte della rete formativa di una scuola di specializzazione della medesima branca frequentata dal candidato risultato idoneo.

La normativa vigente

A seguito di tale D.Lgs. a fine 2021 è stato firmato e reso noto il decreto del MUR di concerto con il Ministero della Salute, di adozione dell’accordo quadro ex art. 1, co. 548 bis, della l. 145 del 2018 concernente le modalità di svolgimento della formazione specialistica. In tale accordo quadro, si evince l’assoluta non discrezionalità delle regioni e dei direttori di scuola di specializzazione nell’impedire l’assunzione (riferimento al punto 4 del sumenzionato accordo quadro).

In tutti i casi in cui la struttura operativa di cui al punto 3 non sia inserita nella rete formativa della sede della scuola di specializzazione cui è iscritto lo specializzando, si applicano le disposizioni di cui all’allegato 1 al D.I. n. 402/2017, per un periodo non superiore a 18 mesi -cita il decreto legislativo -. In tal caso dovrà essere redatto, a cura del consiglio della scuola stessa, entro 15 giorni dalla richiesta dell’azienda interessata, un progetto formativo individuale, da allegare al contratto di lavoro a tempo determinato, quale parte integrante del contratto stesso, attestante anche il grado di autonomia raggiunto dallo specializzando ai fini dello svolgimento dell’attività lavorativa”.

In corsia al secondo anno

La legge n.87 del 3 luglio 2023, che ha modificato il cosiddetto “Decreto Calabria”, ha dato la possibilità agli specializzandi di partecipare ai concorsi banditi dalle Aziende sanitarie già a partire dal secondo anno di formazione. Coloro, quindi, che risultano vincitori del concorso per l’ingresso nelle scuole di specializzazione ottengono un contratto a tempo determinato, con la garanzia di vederlo tramutato automaticamente in uno a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specialità. Il nuovo provvedimento è pensato per introdurre il prima possibile giovani lavoratori all’interno dei reparti degli ospedali e rinforzare così gli organici fila del personale. L’articolo 44-quater di fatto, rafforza questo meccanismo. Ancor di più dovendo provvedere alla carenza di medici specialmente nei piccoli ospedali di periferia o dell’entroterra dove mancano specializzazioni, dove sono si potrebbe garantire una formazione a 360°.

La formazione

“Serve una formazione post laurea che sia organica e strutturale e che abbia l’interesse per la qualità della formazione, per gli specializzandi e per i sistemi sanitari regionali che si trovano in sofferenza per carenza di organico evidenzia Giarratano -. Ma contrapporre ospedale e università, alimentando una contrapposizione ideologica tendente a stroncare la funzione per la quale dovrebbe esistere l’università e svilendo la funzione stessa dell’ospedale, è un errore madornale. Ci deve essere una giusta miscela tra teoria/conoscenza e pratica/competenza e per fare questo, semplificando, l’università dovrebbe mantenere il coordinamento delle funzioni appunto didattico-formative e soprattutto sarebbe garante di quello che un percorso formativo completo, all’interno delle strutture sanitarie ”.

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