La commissione “Verifica Poteri” dell’Assemblea Regionale Siciliana, a seguito della sospensione di diritto di Giuseppe Castiglione della carica di deputato regionale, in conseguenza dell’arresto – avvenuto durante il blitz “Mercurio” – con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, si è riunita per affidare temporaneamente l’incarico di deputato regionale supplente, secondo norma di legge.
La comunicazione è stata trasmessa a Palazzo dei Normanni lo scorso 16 aprile, dopo l’adozione del provvedimento da parte del presidente del Consiglio dei Ministri, così come stabilito dall’art. 8 della “Legge Severino”.
Castiglione, eletto tra le file dei Popolari e Autonomisti nella circoscrizione di Catania, verrà sostituito a “Sala d’Ercole” dal primo dei non eletti Alessandro Porto, che ha già provveduto al giuramento di rito nella seduta pomeridiana odierna.
Porto, assessore con deleghe alla “Polizia Municipale, Viabilità, Protezione Civile, Dissesto Idrogeologico, Energia, Servizi Demografici e Decentramento” nella giunta etnea guidata da Enrico Trantino, con l’accettazione della carica di deputato regionale supplente dovrà rassegnare le proprie dimissioni (non è consentito ricoprire l’incarico di deputato regionale e sindaco/assessore nelle città con oltre 20.000 abitanti) dando via al “toto – assessore”.
La partita sarà tutta interna agli Autonomisti, che presto dovranno indicare un nome a Trantino.
È importante sottolineare che la “Severino” porta alla sospensione e non alla decadenza dalla carica. Castiglione, quindi, dovessero tramontare i motivi, ergo le accuse, alla base della sospensione, tornerebbe a ricoprire il ruolo di deputato. Una situazione che di certo crea incertezza.
Non sono pochi i casi simili accaduti all’interno dell’Ars, per ultimo tra il 2019 e il 2020, Pippo Gennuso, sospeso, poi tornato in carica, poi decaduto, si era avvicendato con l’attuale senatrice Daniela Ternullo.