
“Una manovra senz’anima, arrivata in Aula blindata e senza possibilità per i Parlamentari di apportare contributi significativi”. È questo il severo giudizio della deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, che non ha usato mezzi termini nel commentare l’approvazione, da parte della maggioranza di Governo, della cosiddetta “manovrina” finanziaria della Regione Siciliana. Un provvedimento che impegna poco meno di 50 milioni di euro e che ha sollevato le forti critiche dell’opposizione e persino i mugugni di alcuni settori della stessa maggioranza.
“L’architettura della manovrina – afferma la deputata – conferma le criticità dell’esecutivo guidato da Renato Schifani, non a caso ultimo nella classifica dei governatori più apprezzati d’Italia: scelte calate dall’alto, assenza di confronto e priorità sbagliate. Una politica che, invece di ascoltare i cittadini, preferisce blindare le decisioni, alimentando ulteriormente il distacco tra istituzioni e territorio”.
“Le variazioni – rileva Ciminnisi – hanno visto anche l’istituzione di borse di studio intitolate a Sara Campanella, vittima di femminicidio. Ma non bastano simboli e gesti commemorativi: servono politiche concrete per prevenire la violenza di genere, non panchine rosse o iniziative spot approvate sull’onda dell’emozione. Ben venga, quindi, l’impegno del Presidente dell’ARS Galvagno a sostenere il nostro ddl sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, varato all’indomani della morte di Sara e che è stato formalmente e ritualmente assegnato all’esame delle commissioni competenti. Ad oggi, però l’iter non è ancora partito. La Sicilia non ha bisogno di buoni propositi, ma di leggi applicate subito, risorse certe e un piano strutturale contro i femminicidi. Occorre un impegno culturale che ribalti la logica della violenza di genere in tutte le sue forme. Partiamo da qui, dalla scuola, per Sara. Altrimenti, resterà tutto ennesima propaganda, mentre le donne continueranno a morire”.