E’ pronto il disegno di legge presentato dal presidente della Regione Renato Schifani, una vera e propria correzione alla Finanziaria del 2024 limitatamente ad alcuni articoli. Il ddl 738, infatti, contiene una serie di norme che sono state contestate da Roma e vengono oggi riproposte dopo un’attenta revisione dei contenuti che nasce dall’esigenza di apportare alcune abrogazioni di tutte quelle norme impugnate ed evitare così l’accoglimento del ricorso dello Stato contro la Regione.
Di fatto, la bozza recepisce le indicazioni del governo nazionale già al vaglio della commissione Affari istituzionali dell’Ars e di cui si discuterà ancora per qualche settimana, prima di approdare a Sala d’Ercole. Nel frattempo, il presidente della I commissione Ignazio Abbate ha stabilito che il termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari è fissato a venerdì 5 luglio entro le ore 14.
All’interno del ddl 738 c’è l’articolo 3 che riguarda l’individuazione della data per le elezioni di secondo livello nelle Province, da tenersi – come stabilisce la norma – in una domenica compresa tra il 6 ottobre e il 27 ottobre 2024 “indetta dal presidente della Regione, su proposta dell’assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica, con decreto da emanarsi non oltre il quarantacinquesimo giorno antecedente quello della votazione”, e comunque non oltre il 31 dicembre di quest’anno. Anche se è probabile che per gli enti di area vasta si voti a novembre.
Poi, nell’ambito delle procedure di progressione tra le categorie del Ccrl del personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana, il ddl 738 prevede tra le varie correzioni che il 50% delle posizioni disponibili è riservato al personale in possesso del requisito del titolo di studio necessario per l’accesso alla categoria superiore ed esperienza almeno decennale nella qualifica immediatamente inferiore. “Ai fini economici l’anzianità di servizio maturata alle dipendenze dell’amministrazione regionale nella qualifica di provenienza è riconosciuta al 50 per cento”.
L’esame prosegue anche per il ddl 105 che riguarda la materia degli enti locali. La I commissione ha aperto un confronto con una serie di soggetti coinvolti in particolare ha realizzato delle audizioni con Anci Sicilia e con l’associazione degli amministratori degli enti locali, nonché con dirigenti regionali e con rappresentanti degli ordini professionali e dei revisori legali.
“Nonostante lo stallo, noi abbiamo continuato a lavorare per la Sicilia e per portare avanti l’attività parlamentare, non possiamo fermarci Si tratta di due disegni di legge molto importanti da approvare entro luglio, prima della pausa estiva”, ha detto Ignazio Abbate.
Ci sono nuove norme che disciplinano particolari aspetti della normativa sugli enti locali, tra queste, ad esempio, quelle che riguardano le attività dei revisori. Quest’ultimi devono essere iscritti in appositi elenchi, piuttosto che pensare alla mera iscrizione agli ordini professionali, ed è necessario che ottengano un maggiore numero di crediti formativi rispetto alla normativa previgente. E’ inoltre prevista, nei comuni con una popolazione superiore a 5 mila abitanti, l’elezione dei presidenti dei collegi dei revisori ad opera dei Consigli comunali. E’ disciplinata l’istituzione dell’Elenco speciale dei presidenti degli organi collegiali di revisione economico-finanziaria e del relativo aggiornamento. Sono infine previste norme relative all’incompatibilità dei revisori dei conti nonché alla corresponsione di un equo compenso. Altrettanto importante è la quota rosa. La rappresentanza di genere deve essere garantita nelle giunte dei comuni con una popolazione superiore a 3 mila abitanti, con la previsione che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 25 per cento. C’è poi l’esigenza di adeguare la normativa regionale a quella nazionale attraverso la previsione di un “tagliando antifrode” inserito nelle schede elettorali. Tale previsione è finalizzata a contrastare la sostituzione fraudolenta della scheda elettorale all’interno della cabina elettorale.
Nell’ampio contesto degli enti locali sono importanti anche le variazioni di bilancio dei comuni in gestione provvisoria o in esercizio provvisorio. Per il quinquennio 2021-2026, per consentire il pieno utilizzo delle risorse di natura statale, regionale o europea, destinate alla realizzazione di interventi la cui attuazione è affidata agli enti locali, i comuni in esercizio provvisorio o di gestione provvisoria, limitatamente alle suddette risorse e ove previsto il cofinanziamento per la realizzazione degli interventi, “sono autorizzati ad effettuare variazioni di bilancio con delibera della giunta, per la destinazione delle risorse di derivazione statale, regionale o europea, nonché, delle quote di cofinanziamento comunale, da ratificarsi a pena di decadenza da parte del consiglio”.