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La seduta

Ars, pronta in commissione la revisione delle norme contestate dal Cdm

martedì 7 Maggio 2024

Pronto in commissione Affari istituzionale il ddl del governo regionale che serve a sanare alcune norme contestate da Roma.

La legge di stabilità regionale ha retto nel suo impianto complessivo, considerato che l’impugnativa romana riguarda soltanto pochissime norme della Finanziaria.

Va chiarito che Palazzo Chigi non ha avanzato alcuna contestazione alla legge di bilancio, bensì si tratta di rilievi che riguardano il collegato alla manovra approvato dall’Ars.

Il governo Schifani corre ai ripari, infatti ha elaborato un apposito disegno di legge, di modifiche e integrazioni, inserendo le correzioni necessarie per superare tutte le criticità indicate da Roma e che impegna lo stesso governatore siciliano a modificare una serie di disposizioni ritenute dai ministeri competenti “di dubbia legittimità costituzionale” – si legge nella relazione del ddl – al fine di scongiurarne l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale. Poi c’è un altro gruppo di norme che nascono dalla esigenza di assicurare, nel rispetto della leale collaborazione fra lo Stato e la Regione, il rispetto degli impegni assunti dal governo regionale per superare le ipotesi di incostituzionalità delle norme in questione che, una volta concordate con lo Stato ed approvate dall’Ars consentono, da un lato, di dare seguito a quello che era il fine originariamente previsto e, dall’altro, il rispetto della potestà legislativa regionale.

Il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, Ignazio Abbate, ha convocato i dirigenti dei singoli dipartimenti regionali per illustrare il ddl, ciascuno per la propria competenza, e ha fissato la data entro la quale presentare gli opportuni emendamenti, ovvero entro venerdì alle 14. Martedì la I commissione procederà con l’esame delle modifiche prima di calendarizzare il testo a Sala d’Ercole.

Il disegno di legge di iniziativa governativa in esame conta quattro articoli da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea rispetto ad una serie di impegni assunti dal presidente della Regione Renato Schifani con il governo nazionale in sede di esame dei contenuti della legge di stabilità regionale n. 2 del 2024 (articolo 1) e del relativo collegato di cui alla legge regionale n. 3 del 2024.

Entrando nel merito del testo, il ddl interviene in materia forestale e in particolare su un aspetto specifico della norma che prevede le misure antincendio, eliminando il riferimento alla possibilità di utilizzare gli operai forestali “anche per garantire il turnover presso il Corpo forestale della Regione siciliana”.

Con questa modifica il governo siciliano intende superare i rilievi mossi dal ministero della pubblica amministrazione sulla formulazione – ritenuta “non meglio circostanziata” –con la quale gli operai forestali possono essere impiegati anche per garantire il turnover presso il Corpo forestale. Secondo le argomentazioni del Ministero tale previsione “parrebbe configurare un surrettizio inquadramento dei suddetti lavoratori nei ruoli del Corpo forestale”. Roma chiarisce che si verrebbe a determinare una violazione del principio del concorso, secondo l’articolo 97 della Costituzione.

In ballo ci sono anche gli incentivi economici al personale regionale. Nell’ambito delle procedure di progressione tra le categorie del Ccrl del personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana, il 50% delle posizioni disponibili è riservato al personale in possesso del requisito del titolo di studio, necessario per l’accesso alla categoria superiore, in più occorre avere una esperienza almeno decennale nella qualifica immediatamente inferiore. Ai fini economici l’anzianità di servizio maturata alle dipendenze dell’amministrazione regionale nella qualifica di provenienza è riconosciuta al 50 per cento.

Gli interventi dell’esecutivo non hanno trascurato il comparto della sanità. La Finanziaria prevede la possibilità di riconoscere ai medici dipendenti dalle Asp siciliane, che prestano servizio nei presidi ospedalieri periferici nonché ai medici di nuova assunzione, un’indennità aggiuntiva fino a diciottomila euro lordi annui allo scopo di incentivare la presenza degli stessi nelle aree che maggiormente risentono della carenza di personale medico. La modifica proposta chiarisce che l’emolumento in parola è “finalizzato ad un indennizzo forfettario di natura transitoria delle spese sostenute per l’alloggio e il trasporto”. 

Modificata anche la norma sull’adeguamento delle rette sanitarie per i soggetti fragili. Il governo regionale ha proposto una riscrittura in base alla quale l’adeguamento tariffario delle rette sanitarie viene mantenuto al 7%, per le sole strutture riabilitative per disabili psico-fisico sensoriali, le comunità terapeutiche assistite, le residenze sanitarie assistenziali e i centri diurni per soggetti autistici. I centri per la dialisi non vengono più ricompresi nell’ambito di detto aumento. Inoltre, l’attuale riformulazione espressamente prevede che la misura è “a valere sui fondi del servizio sanitario regionale nel rispetto del piano operativo di consolidamento e sviluppo”.

 

 

 

 

 

 

 

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