I gruppi parlamentari all’Ars, nessuno escluso, in questi primi mesi di nuova legislatura regionale avrebbero assunto tantissimi portaborse, secondo il più vecchio dei copioni.
E il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che mercoledì 4 marzo aveva denunciato, questo malcostume, prosegue nel proprio affondo: “Non era difficile immaginare quel che sarebbe accaduto nei gruppi parlamentari al momento di contrattualizzare i collaboratori dei singoli deputati regionali che, da questa legislatura, hanno a disposizione 58 mila euro ciascuno, così come prevede la legge del 2014 voluta dal governo Monti e recepita acriticamente dall’Ars. Non a caso, a gennaio scorso, decisi di inviare a tutti i presidenti dei gruppi parlamentari una nota con la quale raccomandavo di contrattualizzare collaboratori ‘chiamati a svolgere unicamente compiti e mansioni coerenti alla natura del Gruppo e per fare fronte alle esigenze di funzionamento dello stesso’ e che percepiscono, entro il limite del contributo erogabile, una retribuzione adeguata ai compiti e alle mansioni svolti da ciascun lavoratore, fermo restando quanto previsto dalla normativa”.
Miccichè affida le proprie considerazioni ad un lungo post su Facebook, rivelando come i gruppi parlamentari abbiano polverizzato le risorse messe a loro disposizione, facendo lievitare le assunzioni. “Sono stato io stesso a porre il problema al presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti, Maurizio Graffeo, le cui conclusioni, dopo attenta istruttoria, hanno confermato le mie fondate preoccupazioni. Dal prossimo anno, però, si cambierà registro”.
E non manca una stoccata, che pare indirizzata ai 5Stelle: “Dispiace – conclude Miccichè – che alcuni gruppi parlamentari, che predicano il ‘taglio’ incondizionato delle spese, si siano adeguati all’andazzo generale. La demagogia la lasciamo a chi è professionista nel predicare male e razzolare peggio”.