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Ars, l’opposizione critica il governo e va via. Musumeci: “Approssimativi, nessun confronto”

mercoledì 8 Luglio 2020

Citazioni storiche da parte dell’opposizione che in gran parte non ha aspettato nemmeno l’intervento del governatore Musumeci. A Palazzo Reale è andato in scena il dibattito chiesto dai partiti di minoranza per scandagliare due anni e mezzo del governo Musumeci.

Numerosi gli interventi di Pd e M5S che criticano e accusano il team del presidente Musumeci ed anche i suoi assessori. Il più criticato? L’assessore ai Beni Culturali e alla Identità Sicilia della Lega, Alberto Samonà.  Da quando Samonà ha assunto la carica di assessore regionale, le polemiche e le proteste nei suoi confronti non sono mancate. L’assessore non si oppone alla libera espressione del proprio pensiero ma si dichiara contrario a manifestazioni di odio e violenza.

L’opposizione ha puntato il dito quasi su tutto: sul Turismo, sulle Infrastrutture, sulla Sanità, Sulle Zes. Insomma i deputati hanno criticato ogni tema affrontato in questi due anni e mezzo della legislatura capitanata da Nello Musumeci.

Parole pesanti da parte del deputato regionale del Pd Antonello Cracolici che in Aula ha affermato: “Musumeci? È solo ‘chiacchiere e distintivo’: continua a raccontare i suoi primi due anni e mezzo di legislatura come se prima di lui non ci fosse stato nulla, si vanta di risultati che in realtà nascono da lontano e che in buona parte sono figli del lavoro del precedente governo…oltretutto Musumeci sembra essere chiuso nelle stanze di Palazzo d’Orleans, da dove parla non rendendosi conto dei sacrifici che i siciliani affrontano ogni giorno. Non governa, al massimo si limita ad amministrare quando invece alla Sicilia servono misure incisive che lui non è in grado di dare. E quando fa ‘scelte politiche’ cosa fa? Mette Samonà alla Cultura, uno che è quanto di più distante dall’Identità Siciliana… insomma, è come affidare l’Avis a Dracula”.

Polemico Claudio Fava che evidenzia i silenzi del governatore in merito alle inchieste giudiziarie che hanno investito la Regione Siciliana durante questa legislatura: “Non basta dire che la mafia fa schifo. Su atti e fatti che richiamano la responsabilità di questa giunta non si è detta una parola. Non una sola parola della Sicula Trasporti o Oikos. Nulla sul presidente di Riscossione Siciliana. Candela e Damiani sono state indicati da questa giunta. Non una una vera rotazione come prevede l’Anac. Non capisco come possa armonizzarsi con il disegno presentato da Musumeci. Io mi auguro che lei si ricandidi così i siciliano capiranno la verità”.

A difendere i lavori del proprio presidente, il capogruppo di Diventerà Bellissima Alessandro Arico: “La relazione di metà mandato di Nello Musumeci è stata molto esaustiva, i fatti dimostrano il buon governo di questi primi 30 mesi. Purtroppo le opposizioni si ostinano a negare l’evidenza, con toni e argomentazioni quasi sempre pretestuosi”. Il capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, intervenendo durante il dibattito in aula successivo alla relazione del governatore, aggiunge: “Come non riconoscere, ad esempio, il balzo in avanti della raccolta differenziata, le migliaia di assunzioni e stabilizzazioni, il finanziamento di nuovi ospedali, il via libera al Centro direzionale di Palermo, i fondi per finanziare le ex Province e quindi garantire la manutenzione delle strade, il record di spesa dei fondi Europei, l’eccellente gestione dell’emergenza Coronavirus e l’approvazione della nuova rete ospedaliera? Sono sono alcuni degli esempi di un buon governo premiato pure dagli indici di gradimento dei siciliani nei confronti di Musumeci, il primo governatore in tutto il Centro-Sud per crescita della propria popolarità dal giorno delle elezioni”.

Sulla stessa linea di pensiero il capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto: “La relazione sull’attività del governo Musumeci, sollecitata dai gruppi di opposizione, ci ha permesso di conoscere con dovizia di particolari le cose buone che l’esecutivo ha fatto in due anni e mezzo di legislatura in tanti settori. Dispiace che qualcuno, strumentalmente, volesse trasformare l’aula parlamentare in un tribunale per giudicare fatti che sono oggetto delle indagini della magistratura e che riguardano settori come quello dei rifiuti e della sanità. Questo governo non deve rispondere di alcunché poiché si tratta di questioni che sono emerse durante la gestione Crocetta targata Pd e corroborata dalla stampella dei Cinquestelle. Nessuno poteva prevedere che soggetti dall’apparente profilo di grande valore morale, potessero macchiarsi di colpe tanto gravi così come appare dalle attuali indagini. Prova ne sia che persino il presidente della Repubblica Mattarella ha conferito un’altissima onorificenza a quel Candela che il presidente Musumeci ovviamente ignaro ha posto a capo del coordinamento per l’emergenza Covid-19”.

Prima dell’intervento finale del governatore Musumeci hanno chiesto la parola gli assessori: Marco Falcone (Infrastrutture), Roberto Lagalla (Formazione), Edi Bandiera (Agricoltura), Mimmo Turano (Attività Produttive), Manlio Messina (Turismo). Ognuno di loro ha cercato di smontare le accuse fatte dall’opposizione per le tematiche di riferimento ai loro assessorati.

 

L’intervento del governatore Musumeci

Alla fine ha parlato lui, il governatore: “Vorrei citare un aforismo: c’era uno scacchista sovietico che diceva: cominciai a ottenere buoni risultati quando mi accorsi che non ero solo io nervoso ma anche il mio avversario. Stasera ho colto un clima di confronto sulle opinioni ma non sui numeri e sulle cose fatte – dice il governatore – C’è stata anche qualche caduta di stile. Quando l’avversario lavora bene e dà segni di particolari risultati suscita gelosie. Si può fare opposizione senza bisogno di mostrare cretinismo politico. Non mi fermerò sui singoli temi. Ma credo che in molti non abbiano letto la relazione“.

Io nella mia nota ho parlato di una condizione di stallo. Vi ho evidenziato l’apertura al dialogo con il governo nazionale – è ancora il discorso del governatore – Non c’è un sola riga di cui ho parlato che non sia accompagnata da una delibera. Nessuno vuole fare miracoli in questo governo stiamo solo lavorando con grande umiltà per dare normalità, che a questa Terra è stata negata per troppo tempo. Questo è il nostro obiettivo. Senza arroganza senza supponenza. Senza spavalderia. Noi rivendichiamo il diritto al dubbio, intanto il problema è capire perché non si riesce una analisi serena e un confronto reale”.

Musumeci, quindi, cita la frase che ha dato il nome al suo movimento: “La prima cosa che vorrei chiarire è questa cosa di Diventerà Bellissima. Pensate che Paolo Borsellino poteva dire questa frase riferendosi all’estetica?… noi vogliamo cambiare non abbiamo paura della novità. Se affonda questa Isola non si salva nessuno. Le fortune elettorali non si formano sulle ceneri di una Isola che vive di povertà e di disperazione. Qui nessuno si fa illusioni, dobbiamo soltanto avviare un processo di cambiamento, lento difficile. Noi ci stiamo provando e saremo felice di poter lavorare con tutto il parlamento. Questa terra potrà cambiare se tutti  si mettono a servizio“.

A questo punto Musumeci risponde a Fava, che “si sforza di fare il censore; è convinto di poter dare lezioni di moralità a questa Aula. Per carità questa Aula non è certo un luogo di paradiso per la politica siciliana… il problema non è il deputato indagato, perché la storia la conosciamo tutti: non c’è un gruppo in questa Assemblea che non ha un indagato o un rinviato a giudizio. Per questo dobbiamo evitare di fare i moralisti. La politica del super uomo non esiste. Esiste la politica buona e quella cattiva. Questo è il compito della commissione Antimafia. Fava il linguaggio allusivo non può utilizzarlo nei confronti di questo governo – dice Musumeci – Deve smetterla di usare le mezze parole, gli ammiccamenti, le allusioni; è il linguaggio che appartiene alla peggiore antimafia. 2Questo lo dico perché so come il mio governo ha lavorato sul fronte della legalità“.

Così come su Riscossione Sicilia non abbiamo nulla su cui riflettere – dice Musumeci toccando un’altra questione sollevata dal presidente della commissione Antimafia all’Ars- Il presidente di Riscossione Sicilia è uno dei migliori avvocati tributari di questa Isola. I fatti contestati al presidente di Riscossione si fermano a marzo del 2019. Il presidente è stato nominato da questo governo il 6 marzo del 2020. Fava conosce bene il presidente di Riscossione Sicilia. Questo può bastare per togliere ogni dubbio”.

Musumeci scandaglia tutte gli argomenti che sono stati toccati durante la seduta: Vorrei sfatare anche la favola di Ambelia e dei cavalli. Ambelia è una proprietà della Regione in condizioni di abbandono. La gestione è affidata all’istituto di incremento ippico. L’idea del governo è quello di fare di quella tenuta il più importante centro di sport equestre del Meridione. Vero è: ci sono i cavalli. Ma vi giuro non li ho portati io. I cavalli sono ad Ambelia dal 1876. Più conosco certe persone più apprezzo i cavalli, ma non ne ho mai avuto uno”.

Lo scandalo giudiziario che ha investito Antonio Candela, a capo del comitato scientifico anti Covid della Regione, Musumeci contrattacca: “Il dottor Candela viene chiamato dall’assessore alla sanità. Serviva un coordinatore che aveva esperienza sanitaria e che fosse una persona perbene. Candela è stato l’uomo più elogiato dell’antimafia. Ci dicevano: “attenti questo è un confidente delle procure. E’ un uomo di Lumia”. Ottimo. E ci siamo documentati. Abbiamo trovato una delibera del governo Crocetta che dice: “Il dottor Candela ha denunciato il malaffare”. Delibera che esprimere pubblico encomio da parte del Pd. Il capo dello Stato ha dato una medaglia di merito al dottor Candela. In quelle condizioni lo avrei fatto altre 100 volte. Ma questa è la terra di Pirandello, dove non sai mai se il tuo interlocutore è il volto o la maschera”.

Infine la stoccata al M5s e la ‘sfida’ lanciata ai pentastellati: “Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle starebbe presentando una mozione di sfiducia nei confronti del sottoscritto. Il mio governo ha bisogno di lavorare serenamente. Se lei presidente dell’Ars è d’accordo con i capigruppo vorrei che iscrivesse alla prima seduta utile il voto della mia sfiducia”.

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