Il governo regionale prende qualche giorno di tempo e prova a ridefinire sintesi, assetto ed equilibri d’Aula, alla vigilia dell’importante voto che attende il parlamento siciliano su Bilancio e Finanziaria. La lunga mattinata si è conclusa con un pomeriggio senza pretese.
Dopo la conferenza dei capigruppo, durata una quarantina di minuti, presenti per il governo gli assessori Armao e Cordaro, il presidente dell’Ars ha aggiornato i lavori a lunedì. Lo stesso Cordaro, incontrando la stampa ha confermato che entro venerdì i documenti contabili potrebbero approdare all’Ars.
A quel punto l’esame della Commissione Bilancio nel fine settimana, dovrebbe fare da apripista a quello dell’Aula, presumibilmente la prossima settimana.
In mattinata il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, ha comunicato all’Aula che alcune norme inizialmente contenuto nel dl stralcio avrebbero fatto ritorno nel testo della Finanziaria. Domani, il il documento economico finanziario regionale andrà in Commissione Bilancio dopo l’audizione prevista della Corte dei conti.
La cronaca di una giornata di stallo, al cui interno confluiscono le perplessità di alcuni pezzi di maggioranza, tra cui l’ex assessore ai Rifiuti Vincenzo Figuccia, si riassumono nei tentativi dell’esecutivo di scomporre e ricomporre il quadro.
L’anomalia siciliana, un virus che aveva già colpito il precedente governo, di un esecutivo senza una forte maggioranza si ripercuote nel momento più complesso dell’anno. Musumeci mantiene alto il baricentro provando a definire un rapporto che si impronti al senso di responsabilità in occasione del voto sui documenti contabili. Atteggiamento non molto diverso da quello predicato dal presidente dell’Ars, Miccichè.
Si prova ad accorciare il numero degli articoli della legge finanziaria (sono poco più di una trentina).
“Scenderà dal piedistallo Musumeci e verrà a dialogare con l’Ars? Allo Stato attuale c’è uno sbilanciamento di 500 milioni di euro, dovuto a impegni di spesa in passato approvati dal parlamento e che oggi non ci sono”. Questo il commento di Cateno De Luca.