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Ars, trattative in “Zona Cesarini” per le poltrone. Il Pd alza la voce

giovedì 14 Dicembre 2017
raciti

Dalla pace interna, tutta da verificare, alla guerra all’esterno per non rimanere fuori dai posti di comando di Sala d’Ercole all’Ars per i prossimi cinque anni.

Il Pd passa al contrattacco nel tentativo di racimolare qualche poltrona istituzionale nel nuovo parlamento siciliano: “Rispetto alla definizione degli assetti istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana è stata sottolineata l’assenza di una proposta della maggioranza, che avrebbe dovuto responsabilmente ricercare il dialogo tra tutti i gruppi parlamentari”.

Oltre al presidente dell’Ars, si dovranno eleggere anche due vicepresidenti, tre deputati questori,  tre deputati segretari, e sette presidenti di commissione. Operazioni di voto e prove di maggioranza che l’Aula dovrebbe esitare entro mercoledì della prossima settimana.

Se  fino a questo momento eventuali trattative sono state condotte dal centrodestra singolarmente con le varie aree del Pd, adesso gli unici interlocutori con il mandato di chiudere accordi sono Raciti e Bruno: questo il messaggio nella bottiglia che è stato recapitato ieri dal Partito Democratico a Forza Italia.

Sicilia Futura con Salvatore Cardinale  invece vede in Miccichè una funzione di bilanciamento rispetto alle scelte dell’esecutivo di Musumeci e potrebbe non far mancare i suoi due voti allo stesso Gianfranco Miccichè.

La replica del capogruppo di Forza Italia Giuseppe Milazzo è ecumenica, ma non sposta al momento gli equilibri: “Sulla composizione dell’Ufficio di presidenza del Parlamento siciliano siamo pronti al dialogo con tutte le forze politiche. Non mi sto inventando niente di nuovo – prosegue Milazzo -, poiché questa è la linea che è stata stabilita nella riunione di maggioranza svoltasi due giorni fa, nella quale tutti i partiti hanno convenuto sul fatto che tutti gli schieramenti devono avere una giusta rappresentanza istituzionale all’interno dell’Ufficio di presidenza dell’Ars”.

“Ciò tuttavia non ha nulla a che vedere con l’azione politica che ogni schieramento legittimamente porterà avanti – conclude il capogruppo azzurro -, bensì serve a garantire che il Parlamento funzioni correttamente e speditamente, essendo l’Ufficio di presidenza chiamato a svolgere un ruolo importantissimo di interpretazione del regolamento, di decisione del calendario, insieme ai capigruppo, a dirimere questioni di interesse dell’Aula, ad aiutare a risolvere situazioni che potrebbero rallentare l’attività legislativa”. 

Giuseppe Milazzo

Il gruppo all’Ars del Partito Democratico  dovrebbe tornare a riunirsi per capire quali fatti nuovi possano emergere in queste ore.

Per le tattiche d’Aula ormai rimane poco tempo. I deputati del Pd, non più in ordine sciolto, avrebbero dunque intenzione di provare a strappare il migliore accordo possibile. Occorre, dicono, cercare un dialogo, se si coinvolgono tutte le anime e si cerca la sponda del Pd come forza di opposizione, le caselle potrebbero andare al loro posto quasi da sole, aprendo spazi importanti per tutti.

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