Dalla pace interna, tutta da verificare, alla guerra all’esterno per non rimanere fuori dai posti di comando di Sala d’Ercole all’Ars per i prossimi cinque anni.
Il Pd passa al contrattacco nel tentativo di racimolare qualche poltrona istituzionale nel nuovo parlamento siciliano: “Rispetto alla definizione degli assetti istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana è stata sottolineata l’assenza di una proposta della maggioranza, che avrebbe dovuto responsabilmente ricercare il dialogo tra tutti i gruppi parlamentari”.
Oltre al presidente dell’Ars, si dovranno eleggere anche due vicepresidenti, tre deputati questori, tre deputati segretari, e sette presidenti di commissione. Operazioni di voto e prove di maggioranza che l’Aula dovrebbe esitare entro mercoledì della prossima settimana.
Se fino a questo momento eventuali trattative sono state condotte dal centrodestra singolarmente con le varie aree del Pd, adesso gli unici interlocutori con il mandato di chiudere accordi sono Raciti e Bruno: questo il messaggio nella bottiglia che è stato recapitato ieri dal Partito Democratico a Forza Italia.
Sicilia Futura con Salvatore Cardinale invece vede in Miccichè una funzione di bilanciamento rispetto alle scelte dell’esecutivo di Musumeci e potrebbe non far mancare i suoi due voti allo stesso Gianfranco Miccichè.
La replica del capogruppo di Forza Italia Giuseppe Milazzo è ecumenica, ma non sposta al momento gli equilibri: “Sulla composizione dell’Ufficio di presidenza del Parlamento siciliano siamo pronti al dialogo con tutte le forze politiche. Non mi sto inventando niente di nuovo – prosegue Milazzo -, poiché questa è la linea che è stata stabilita nella riunione di maggioranza svoltasi due giorni fa, nella quale tutti i partiti hanno convenuto sul fatto che tutti gli schieramenti devono avere una giusta rappresentanza istituzionale all’interno dell’Ufficio di presidenza dell’Ars”.
“Ciò tuttavia non ha nulla a che vedere con l’azione politica che ogni schieramento legittimamente porterà avanti – conclude il capogruppo azzurro -, bensì serve a garantire che il Parlamento funzioni correttamente e speditamente, essendo l’Ufficio di presidenza chiamato a svolgere un ruolo importantissimo di interpretazione del regolamento, di decisione del calendario, insieme ai capigruppo, a dirimere questioni di interesse dell’Aula, ad aiutare a risolvere situazioni che potrebbero rallentare l’attività legislativa”.
Il gruppo all’Ars del Partito Democratico dovrebbe tornare a riunirsi per capire quali fatti nuovi possano emergere in queste ore.
Per le tattiche d’Aula ormai rimane poco tempo. I deputati del Pd, non più in ordine sciolto, avrebbero dunque intenzione di provare a strappare il migliore accordo possibile. Occorre, dicono, cercare un dialogo, se si coinvolgono tutte le anime e si cerca la sponda del Pd come forza di opposizione, le caselle potrebbero andare al loro posto quasi da sole, aprendo spazi importanti per tutti.