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All’interno dell’ex museo del cinema di Siracusa, oggi Spazio AmMARE diretto da Salvatore Mauro, fino al 3 febbraio si potrà visitare la mostra “Visioni periferiche“, doppia personale di Filippo La Vaccara e Danilo Torre, a cura di Mercedes Auteri.
Il titolo dell’esposizione punta l’attenzione sul senso del “vista“, primo nell’approccio con l’esterno e strumento ancor più importante per un artista: la visione periferica, infatti, è quella che permette di cogliere i dettagli e le sfumature che rendono esaustivo un soggetto.
I due artisti, entrambi di origini siciliane, in questa esposizione uniscono visioni e vissuti: se nella prima sala La Vaccara presenta acrilici su carta e opere realizzate con spray, nella seconda Torre interpreta, con immagini video, la relazione tra Milano, città di residenza di entrambi, e le impressioni delle periferie già conosciute ma lontane come quelle della Sicilia o dell’Africa.
La lettura del mondo esterno, il mare è protagonista dell’indagine artistica, è maturata, sedimentata in tempi e ritmi lontani anche dalla Sicilia ma che, proprio ad Ortigia, ritrovano più forza.
Del resto lo stesso La Vaccara parla delle sue opere come “apparizioni“, condensato di più immagini che insieme ne definiscono una sola, “distillata“, custode dell’anima dell’opera finale.
“Durante le riprese del documentario e durante l’allestimento della mostra ci siamo interrogati sulla relazione centro-periferia nell’arte contemporanea – dichiara la curatrice Auteri – Accogliendo l’offerta siracusana abbiamo ripensato ai grandi centri di produzione artistica dei secoli passati: l’Atene di Pericle che ha dovuto poi fare i conti con emergenti periferie divenute poi anch’esse centri di produzione come Alessandria, Pergamo o Siracusa appunto. O la Roma imperiale, ma anche Costantinopoli o Ravenna. E poi Parigi ma anche Vienna e poi Monaco tra Otto e Novecento. E ancora New York ma anche Berlino o Londra ai nostri giorni. Ci siamo poi chiesti se oggi, nell’era di internet e dei voli low cost, la dinamica sia ancora la stessa”.
In esposizione si trovano dunque immagini video, dipinti ma anche qualche statuetta: tasselli di percorsi artistici e, prima di tutto, di vita.