Dal ‘400 fino al XX secolo: lungo questo arco di tempo il ritratto, come testimoniano le opere passate alla storia, ha rivestito un ruolo fondamentale nell’evoluzione della storia dell’arte.
Su questa visione è stata realizzata la mostra “Il ritratto del Novecento“, ospitata fino al 10 novembre al Museo regionale “Agostino Pepoli” di Trapani, che mette in dialogo ritratti di Antonello da Messina, l’opera di Francesco Laurana e altri, provenienti dalle collezioni dei musei civici milanesi, quali Boccioni, Modigliani, Martini e Marini.
Il progetto è nato come uno scambio di intenti che è cresciuto in occasione delle mostre costruite e dedicate ad Antonello da Messina, che ha visto l’Annunciata e parte della collezione dell’Abatellis, in colloquio diretto con le altre opere del grande pittore.
Una mostra che ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico prima a Palermo, poi a Palazzo Reale a Milano, progetto di collaborazione, tra l’altro, voluto dall’assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, a cui è dedicato.
La mostra, a cura di Evelina De Castro e Anna Maria Montaldo, direttori rispettivamente di Palazzo Abatellis a Palermo e del Museo del Novecento a Milano, con la collaborazione di Roberto Pini, su progetto espositivo del direttore del Museo Pepoli, Roberto Garufi e di Laura Galvano, racchiude undici capolavori dal Museo del Novecento e dalla Gam di Milano.
Opere che segnano un itinerario tracciato da grandi personalità che incontrano idealmente gli antichi maestri siciliani che, cinque secoli prima, diedero la svolta in senso moderno al tema del ritratto.
Dal Busto di Pietro Speciale di Domenico Gagini e dal Busto di gentildonna di Francesco Laurana, nella versione del Louvre furono tratti i due calchi in gesso esposti in mostra: il primo fu presentato all’Esposizione nazionale di Palermo del 1891-92, il secondo fu richiesto probabilmente dall’archeologo Antonino Salinas, alla Gipsoteca del Louvre per accostarlo al gemello originale marmoreo di Eleonora d’Aragona, appena entrato al Museo nazionale.
Laurana e Gagini, interpreti inventori in Sicilia del ritratto umanistico in scultura, divengono modelli artistici tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.
“Questa mostra, l’ultima del trittico dopo le due rassegne antonelliane di Palermo e Milano – ha sottolineato il presidente Nello Musumeci – è un evento culturale di prima grandezza. Ho voluto che si tenesse a Trapani, provincia nella quale il governo della Regione intende investire con interventi di promozione, in cui la cultura è chiamata a essere grande attrattore turistico e di marketing del territorio”.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra istituzioni e musei della Regione Siciliana e del Comune di Milano, con il supporto di MondoMostre Skira.