Si inaugurerà lunedì 27 agosto nel Parco archeologico di Naxos la mostra di Giuseppe Agnello “Arcadio/Terre in moto“.
Naxos fu una delle prime colonie greche in Sicilia, fondata nel 734 a. c. da uomini costretti a fuggire dalla loro patria, esuli provenienti da Calcide in Eubea e dall’isola di Naxos nelle Cicladi.
A quasi 3000 anni di distanza da questi eventi a noi non resta che immaginare come gli esuli abbiano iniziato a vivere questa nuova terra, del trauma che provarono all’inizio della loro nuova vita, e di come, con il passare del tempo e con il susseguirsi delle generazioni, quella terra un tempo aliena iniziò a diventare la loro casa con i loro santuari, le loro fornaci, la loro moneta, con fortificazioni per difenderla.
L’esposizione, curata da Alessandro Pinto, che aprirà al pubblico il 28 agosto, presenta opere di Giuseppe Agnello che indagano questo trauma, seguono la storia e l’archeologia utilizzando un linguaggio che trascende quello scientifico e verte invece sulle sensazioni e suggestioni dettate dal parco archeologico di Naxos.
L’artista inizia la propria ricerca come un archeologo, attraverso i frammenti e le lontane testimonianze, che per Agnello, però, non sono i reperti, ma la terra, la natura, il paesaggio, gli uomini, i materiali con cui l’artista interpreta Naxos e gli uomini che arrivarono dal mare, la terra che li accolse, la loro terra natale che prima ancora li respinse, il mito e i racconti che li condussero fino in Sicilia.
Il linguaggio di tale ricerca è quello universale della scultura, della trasformazione della materia e della creazione di volumi. Così le opere di Agnello ricreano terra, boccioli, grano, figure umane, paludi, trasfigurando gli elementi reali e riuscendo a cristallizzare in ogni opera le sensazioni, i sentimenti, il trauma della terra in moto, del momento in cui gli esuli incontrano la terra di Naxos e lì si stanziano.
Con Terre in moto Agnello scava nella storia di Naxos fino a raggiungerne gli archetipi elementari che fonde in forme nuove e universali raccontandoci una storia lontana ma non trascorsa fatta di uomini, di terra e di natura. Un percorso espositivo scandito da 15 installazioni site-specific all’interno di uno dei siti archeologici più importanti del nostro Paese.
La mostra, in esposizione fino al 4 novembre, promossa dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, dal Parco Archeologico Naxos Taormina e da Civita Sicilia, prevede anche un catalogo con i testi di Alessandro Pinto e Sergio Troisi e le fotografie delle opere installate nel Parco di Naxos realizzate da Angelo Pitrone, pubblicato da Electa nelle settimane successive all’apertura al pubblico.
La presentazione al pubblico, infine, prevederà l’accompagnamento dei musicisti del Conservatorio “A. Corelli” di Messina con esecuzioni strumentali d’ambiente.