Cateno De Luca lancia la sua lunga volata per la candidatura alla presidenza della Regione Siciliana e incassa intanto l’endorsement di Gianfranco Miccichè.
L’asse tra il sindaco di Messina e il presidente dell’Assemblea regionale si consolida, infatti, tra reciproche “dichiarazioni d’amore” ed è un’alleanza che potrebbe presto aprire nuovi scenari nello scacchiere della politica siciliana già dai giorni successivi alle Europee del 26 maggio. “Se esco vivo e a piede libero dall’esaltante esperienza di sindaco di Messina voglio fare il presidente della Regione Siciliana”, rilancia De Luca che per il voto di domenica prossima sta sostenendo in prima persona la corsa di Dafne Musolino, assessore della Giunta di Messina e candidata che potrebbe rappresentare la vera sorpresa di questa tornata di voto.
“Messina è tornata centrale nella politica regionale – afferma De Luca – e la scommessa che abbiamo fatto aveva questa finalità. Ci siamo già riusciti a prescindere da come andrà il 26 maggio. Il presidente dell’Assemblea regionale, che per noi è l’Istituzione, ha riconosciuto la centralità di Messina e questo significa che avremo la possibilità di accreditarci nelle prossime opportunità le risorse 2021-2027, potendo così recuperare tutto quello che in passato non è stato assegnato alla città di Messina e che invece è stato fatto per le città di Palermo e Catania. Vogliamo poter dire la nostra in vista del prossimo rimpasto di Giunta regionale, e anche perché a breve si determineranno poi le assegnazioni dei collegi elettorali per il Parlamento nazionale, dove si voterà a luglio o a marzo 2020, e per la presidenza Anci Sicilia. E per la presidenza della Regione Miccichè ha già detto che in questo momento non c’è candidato migliore che Cateno De Luca”.
L’investitura futura a De Luca è arrivata proprio da Miccichè, con il numero uno di Forza Italia in Sicilia che ha detto: “Ad oggi non riesco a immaginare un candidato migliore di Cateno De Luca alla presidenza della Regione”. “De Luca è stato corretto – ha poi aggiunto Miccichè – Si tratta di una designazione, anche lui è d’accordo che ora dobbiamo aspettare la scadenza del mandato del presidente Musumeci e vedere poi cosa deciderà di fare. Sta facendo bene e potremmo anche costringerlo a ricandidarsi. Se l’attuale governatore decidesse di non proseguire il suo mandato, sarà sicuramente una candidatura ben accetta quella di De Luca perché ha dimostrato di avere un valore aggiunto reale. Lo ha fatto in occasione delle Amministrative a Messina quando da solo si è candidato contro Forza Italia e Cinque Stelle. Tutti gli abbiamo dato del matto. Ma alla fine ha vinto lui”.
De Luca e Miccichè, dopo l’alleanza che a sorpresa ha portato alla candidatura in Forza Italia di Musolino a queste elezioni Europee, si sono incontrati nelle scorse ore a Messina e l’intesa è stata già ribattezzata “il patto della Madonnina”.
Miccichè, tra l’altro, con la sponda di De Luca, sta dialogando con “Sicilia Futura”, componente politica guidata da Beppe Picciolo, che alle scorse tornate di voto si era schierata con il centrosinistra e che adesso si è orientata invece verso il centrodestra.
Alla Regione, a meno di cataclismi, si voterà soltanto nel 2022 e c’è ancora da capire se davvero Nello Musumeci poi non si ricandiderà ma De Luca ha già fissato l’obiettivo e ha alzato l’asticella delle sue ambizioni sino all’ambizione mai negata di diventare il prossimo governatore. La strada è lunga eppure già tracciata, il responso delle Europee potrebbe già rappresentare un segnale verso una nuova geografia politica e un trampolino di lancio per delineare nuovi equilibri sull’asse Messina-Palermo.
Miccichè, dopo la rottura con Salvo Pogliese, vuole mettere a tacere le polemiche e le contestazioni, non a caso definisce De Luca “un valore aggiunto”, perché sa bene che “Scateno” è uno che con la matematica ha un feeling svizzero ad ogni tornata elettorale, anche nelle sfide politiche impossibili. Per questo Miccichè è convinto che l’addio del sindaco di Catania al partito azzurro alla fine potrebbe rivelarsi indolore se, a conti fatti, il 26 maggio i consensi persi nell’etneo verranno compensati dal versante messinese con un risultato forte di Musolino, con i consensi che andranno alla lista di Forza Italia dall’apporto di Sicilia Vera e di riflesso anche da Sicilia Futura e da quei vari pezzi di centrodestra che De Luca sta recuperando e facendo convergere a sostegno della propria candidata.
E allora le prossime mosse di De Luca sembrano essere soprattutto due: il sindaco di Messina darà battaglia per ottenere la presidenza regionale di Anci, attualmente occupata da Leoluca Orlando, e quella posizione potrebbe rappresentare il grimaldello per scardinare le perplessità di quei palazzi palermitani ancora restii sulla corsa di De Luca al dopo Musumeci.
Attenzione, intanto, al rimpasto in Giunta a Palermo, che già incombe dopo le Europee, con il leader di Sicilia Vera intenzionato a dire la sua. Al momento, tra l’altro, è rimasto vacante l’assessorato ai Beni Culturali del compianto Sebastiano Tusa, ed è una posizione che potrebbe essere ambita da Forza Italia e che potrebbe rientrare nel quadro di un ulteriore convergenza tra Miccichè e De Luca.
Il sindaco di Messina mira ad un assessorato per un esponente del territorio messinese e questa strada potrebbe certamente diventare ancor più percorribile se dovesse esserci la “benedizione” politica del commissario di Forza Italia.