“La nota diffusa ieri dalla sezione messinese dell’Anm è l’ennesima conferma del fatto che l’equilibrio tra il potere politico e quello giudiziario in questo Paese è completamente saltato. Un amministratore o un qualsiasi dipendente pubblico che sbaglia deve rendere conto al danneggiato, ma anche all’Ente di cui ha leso l’immagine, senza dimenticare i conseguenti provvedimenti disciplinari e gli interventi della Corte dei Conti”. Lo scrive il sindaco di Messina Cateno De Luca dopo la sua assoluzione dall’accusa di evasione fiscale e dopo aver annunciato iniziative giudiziarie nei confronti dei magistrati.
“Mentre – prosegue De Luca – se a sbagliare è un magistrato inquirente, questo viene difeso contro ogni evidenza, ed il danneggiato invece, secondo l’Anm di Messina, non deve permettersi di formulare un lamento e men che mai una critica. Sentirsi perseguitati dopo due arresti e 18 processi in 11 anni, che mi hanno visto assolto, non autorizzerebbe nessuno, secondo questi signori, a sentirsi perseguitato e tantomeno ad avere dubbi sulla buona fede di alcuni pm”.
“La nota della sezione messinese dell’Anm – continua – è la difesa d’ufficio di una casta che si ritiene intoccabile e, pertanto, si commenta da sé. Ciò che però non si può far passare è che il cittadino preso di mira da una infinità di azioni penali poi rilevatesi infondate non abbia il diritto di lamentarsene e di reagire. Quel che più mi fa pensare non è la reazione scomposta di chi non è abituato a dare conto dei propri errori, ma il silenzio complice e servile di tanti altri. Dove sono i paladini dei diritti costituzionali? Che fine hanno fatto le ‘anime belle’ che si scandalizzano guardando ai sistemi giudiziari di altri paesi? Che ne è stato del diritto di esprimere le proprie opinioni, dei diritti dell’imputato – a maggior ragione se assolto – e della stessa presunzione di innocenza? Tutti zitti. Alcuni per meschini calcoli politici, altri perché hanno troppi scheletri nell’armadio, altri ancora perché difendono i principi costituzionali solo se hanno un interesse personale da difendere”.