Sono scesi in piazza questa mattina i lavoratori dell’Ast, l’Azienda siciliana trasporti, per tutelare la continuità aziendale e il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Il trasporto pubblico locale in queste settimane è stato al centro anche del dibattito interno all’Ars.
In fase di approvazione della Finanziaria, infatti, è stato stralciato un emendamento che avrebbe permesso di dare nuova linfa all’Ast. In questo erano stati stanziati inizialmente ben 20 milioni di euro per finanziare l’esercizio 2024-2026. Secondo quanto dichiarano i sindacati, inoltre, non sono ancora stati approvati neppure i bilanci d’esercizio degli anni 2021 e 2022. Manca anche la definitiva sottoscrizione del piano industriale che consentirebbe di rilanciare nel settore di mercato del trasporto pubblico l’Azienda.
Una situazione che certamente non agevola nè i lavoratori, che si trovano in una situazione di limbo a causa dell’instabilità economica, nè la qualità del trasporto su ruota a livello locale. L’assenza del piano industriale, infatti, non consente all’azienda di poter programmare a lungo termine le prossime azioni imprenditoriali, quali, ad esempio. l’acquisto di nuovi mezzi, la stabilizzazione del personale, la riprogrammazione delle nuove linee.
In una nota congiunta tra Uiltrasporti, Filt Cgil e Fit Cisl spiegano: “Il sit-in nasce dalla preoccupazione dei lavoratori per il proprio futuro e dalla loro richiesta di dare continuità ad un servizio di pubblica utilità, su tratte interurbane non sfruttabili dai privati. In assenza di risposte concrete, non escludiamo la proclamazione dello sciopero”
Intervistata ai microfoni de ilSicilia.it, Katia Di Cristina, commissario straordinario di Uiltrasporti ha dichiarato: “Siamo preoccupati per le sorti di più di 700 famiglie, 540 lavoratori Ast e 175 lavoratori somministrati. L’azienda, per garantire un servizio efficiente, essendo sotto organico, usufruisce infatti anche di questi lavoratori ed ha quindi la responsabilità di chiedere alla politica un intervento e di portare avanti un’azienda che ha un enorme valore sociale per la nostra Regione. Riteniamo che la Regione Siciliana non possa fare a meno di Ast e debba garantire quelle tratte di cui i privati non si fanno carico perchè non sono remunerative”.
Alessandro Grasso, critico verso il contenuto della Finanziaria ha commentato: “Nonostante il maxiemendamento che è stato fatto successivamente alla Finanziaria, in cui ci aspettavamo che venissero inseriti i 20 milioni che servivano per ricapitalizzare l’Ast, il cui patrimonio si è completamente azzerato, non c’è stato assolutamente nulla. Vorremmo risposte più certe“.
E chissà che le risposte non arrivino già oggi, dal momento che le sigle sindacali che hanno preso parte al presidio di piazza Indipendenza sono state pocanzi accolte a Palazzo d’Orleans in attesa di un incontro con l‘assessore alle Infrastrutture e della mobilità Alessandro Aricò e con il capo di Gabinetto del presidente Schifani,
Questi ultimi hanno confermato che questa mattina è stato presentato il piano industriale di Ast dall’assemblea dei soci. Piano che dovrà essere condiviso con i sindacati dei lavoratori.
Adesso la palla passa alla Presidenza della Regione, sotto il controllo dell‘assessorato all’Economia. La gestione, invece, è in capo all’assessorato ai Trasporti, cui competono, tra l’altro, l’organizzazione dell’azienda e delle linee. L’obiettivo è trasformare Ast in House provide, con i servizi di linea – servizi minimi – che verranno affidati tramite bando. L’assemblea dei soci rimarrà autoconvocata anche per l’approvazione dei bilanci. Intanto, in settimana verranno erogati 3 milioni di euro per pagare (in leggero ritardo) gli stipendi di gennaio.
I sindacati hanno chiesto l’istituzione di un tavolo di rilancio dell’Azienda. Da sottolineare che per il passaggio in house ci vorranno quattro-cinque mesi, secondo quanto riferito dall’assessore.
“Una volta che il governo regionale avrà fatto le proprie valutazioni – spiega Katia Di Cristina – sulle linee, deciderà di stanziare le risorse. Questo era quello che a noi urgeva. Una volta che l’azienda verrà rilanciata, si potrà ragionare su un processo di efficientamento del sistema che potrà tutelare i lavoratori in ballo”