Il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ha trasmesso all’Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione Siciliana delle osservazioni su alcuni articoli della Legge di Stabilità regionale, approvata lo scorso aprile dai parlamentari di Sala d’Ercole.
La RGS del Mef , segnalati i “rilievi” di illegittimità costituzionale rispetto a diverse norme della finanziaria, ha invitato la Regione, “con cortese sollecitudine”, (si legge nel documento istituzionale), a fornire le opportune controdeduzioni.
Del comparto Lavoro, la Ragioneria ha fatto riferimento all’art.36 “Norme in materia di stabilizzazione e fuoriuscita del personale Asu” (lavori socialmente utili), lavoratori per i quali era prevista la contrattualizzazione individuale a tempo determinato per l’attuazione di progetti di utilità collettiva. Si ricorderà come la norma sia stata al centro di un lungo e controverso dibattito durante i lavori d’aula sulla manovra regionale 2021-2023.
Se si accenna allo status della categoria, di triennio in triennio i contratti sono stati rinnovati senza che tuttavia si sia giunti ad un definitivo assetto del rapporto di lavoro, con riferimento anche agli effettivi fabbisogni della dotazione organica degli enti.
Norma sugli Asu è importante considerato l’ingente stanziamento approvato dall’Ars di 45 milioni per la stabilizzazione di circa 4600 persone, protagonisti di storiche battaglie per ottenere un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, dopo quasi 30 anni di precariato presso gli enti locali. E adesso la possibilità dell’assunzione stabile di tali risorse umane, impegnate nei Comuni, nelle Aziende sanitarie provinciali e nelle Camere di Commercio dell’Isola, rischia di svanire nel nulla, a causa di inidoneità della copertura finanziaria “per l’insorgenza di criticità sugli equilibri di bilancio”, come riportato dal documento (art.81, comma 3 Cost.).
La questione della stabilizzazione vera e propria, ossia della possibilità per gli enti, che usufruiscono delle attività svolte dai lavoratori Asu,, di procedere alla conversione dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato e delle collaborazioni in
rapporti di subordinazione torna così ad essere nuovamente discussa.
Inoltre, sul punto che riguarda la procedura di stabilizzazione da parte delle amministrazioni locali utilizzatrici del personale la Ragioneria generale dello Stato interviene sulla norma in esame che “sconfina apertamente al di fuori della competenza legislativa riservata alla Regione”. Gli Asu rappresentano soggetti che non hanno forme di lavoro dirette con i Comuni (che siano rapporti di lavoro subordinato anche parziale o contratti di CO CO CO), ma sono utilizzati dagli stessi in virtù di protocolli e convenzioni con la Regione, percependo indennità mensili che fungono da “sostegno al reddito”.
Le assunzioni, così intese dalla norma, comportano per i Comuni il consolidamento strutturale e permanente delle corrispondenti spese del personale cui non corrisponde alcuna certezza sulla totale copertura con le risorse regionali. Quindi la stabilizzazione in ruolo determina un incremento degli oneri complessivi da sostenere per gli Asu, da qui il parere della Ragioneria del Mef per cui sono a rischio gli equilibri di bilancio.
E se parliamo di emergenza finanziaria pensiamo agli enti locali i cui conti e bilanci annunciano da tempo condizioni precarie e perciò hanno dichiarato il dissesto. La situazione di crisi economica, imposta dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, ha comportato la necessità di un sostegno finanziario da parte del governo regionale agli enti territoriali, anche in relazione ad una prevedibile perdita di gettito fiscale locale da entrate proprie, assicurando alle amministrazioni pubbliche (Comuni, Città Metropolitane ecc.) le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni fondamentali che hanno a che vedere con la garanzia dei servizi pubblici essenziali. Ma anche in questo caso, la Ragioneria ha rilevato criticità in ordine al conseguimento degli equilibri di bilancio.
Ma attenzione, sono osservazioni che preludono ad impugnativa, si attende che gli uffici competenti della Regione diano chiarimenti.
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