“Se per l’attentatore di Nizza sono confermati lo sbarco a Lampedusa a settembre, il passaggio da Bari e poi la fuga chiediamo le dimissioni del Ministro dell’Interno Lamorgese”.
Così il leader della Lega, Matteo Salvini, dà voce a un centrodestra che torna a compattarsi contro il governo e, soprattutto, contro il ministro Lamorgese, dopo l’attacco jihadista in una chiesa di Nizza il cui bilancio è di tre morti e un ferito grave.
“Il governo deve chiarire come sia stato possibile una cosa del genere”, tuona la leader di Fdi Giorgia Meloni che parla di una notizia di “una gravità inaudita” che può esporre “la nostra Nazione al rischio di isolamento”.
Il terrorista, Brahim Aoussaoui, prima di giungere in Costa Azzurra avrebbe percorso quella che il vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso (Fdi), ha definito una “rotta del terrore” che troverebbe le porte d’Europa a Lampedusa e l’anticamera su tutto il nostro territorio nazionale.
Per il centrodestra, insomma, “ci vuole un’immediata inversione di rotta sull’accoglienza indiscriminata”.
LA CONFERMA: ERA SBARCATO A LAMPEDUSA
Il killer di Nizza Brahim Aoussaoui sarebbe giunto a Lampedusa lo scorso 20 settembre quando si verificò un boom di sbarchi: venti barconi carichi di migranti arrivarono sull’isola. Venne portato all’hotspot di contrada Imbriacola dove è stato circa 24 ore, il tempo d’essere sottoposto a tampone anti-Covid e di vedersi notificare l’esito.
Il giorno dopo il tunisino venne imbarcato – assieme a tanti altri connazionali – sulla nave quarantena Rhapsody che fece rotta verso Bari. Conclusa la sorveglianza sanitaria, dopo un nuovo esito negativo del tampone, il giovane è stato sbarcato.
Il suo nominativo è finito nell’interminabile elenco di coloro – accade per tutti i migranti – che appena sbarcano in Italia vengono iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina. Brahim Aoussaoui risulta infatti essere indagato dalla procura di Agrigento.
Dopo la tragedia di Nizza, tutte le autorità investigative agrigentine si sono messe a lavoro per ricostruire le tappe fatte dal giovane tunisino.
Nei confronti di Brahim Aoussaoui era stato emesso un decreto di respingimento del prefetto di Bari accompagnato da un ordine del questore ad abbandonare l’Italia entro sette giorni e nei suoi confronti non era stato disposto il trasferimento in uno dei Centri per i rimpatri poiché non c’erano segnalazioni.
Il tunisino, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, è arrivato in Italia nei giorni in cui sono sbarcate altre centinaia di suoi connazionali a Lampedusa. Dopo il periodo di quarantena a bordo della nave, Aoussaoui è stato fotosegnalato e identificato assieme agli altri tunisini.
All’esito delle procedure identificative, non sono emersi precedenti tentativi di ingresso in Italia, precedenti penali o segnalazioni da parte dell’intelligence e delle autorità tunisine e dunque per il 21enne è scattato il decreto di respingimento e non il trasferimento nei Centri per i rimpatri, come invece è accaduto per diversi suoi connazionali.