Un primo passo è stato compiuto. Lo spiraglio dell’eolico offshore potrebbe ben presto aprirsi e diventare realtà. Da pochi giorni, infatti, le Autorità portuali possono inviare le manifestazioni di interesse per lo sviluppo della cantieristica navale al fine di realizzare la filiera tecnologica dell’eolico offshore. Dal sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica è possibile visionare l’avviso pubblico per realizzare la produzione di energia eolica in mare attraverso infrastrutture idonee. Il decreto Energia 181 del 2023 prevede l’individuazione di almeno due porti nel Sud che rientrino nelle Autorità di sistema portuale o nelle aree portuali limitrofe a quelle in cui sia in corso l’eliminazione graduale dell’uso del carbone. E proprio la Sicilia potrebbe così trarne un doppio vantaggio.
Secondo dati e studi, l’Isola avrebbe tutte le carte in regola per espandersi e divenire uno dei maggiori competitor nel campo dell’energia rinnovabile, con una particolare attenziona anche all’offshore (CLICCA QUI). Un occhio di riguardo sembra essere rivolto alle coste Orientali. Le richieste del Mase sono state ben accolte e, come già preannunciato da tempo, il porto di Augusta sarà il portabandiera, spianando la strada verso questa nuova strada dell’innovazione e l’evoluzione green.
Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia Orientale Francesco Di Sarcina non ha dubbi sulle potenzialità dell’area e delle grandi opportunità che ne conseguirebbero: “Il Ministero dell’Ambiente cerca porti italiani interessati a costruire e assemblare impianti eolici offshore da montare in vari luoghi del Canale di Sicilia e di Sardegna e potrebbero essere costruiti ad Augusta. Tanti potrebbero essere i vantaggi occupazionali e di lavoro. Se dovessero accettare la nostra richiesta – ha aggiunto – significherebbe arricchire il porto di nuove attività prestigiose. Ne consegue una ricaduta di tipo economico intesa in senso lato, con fornitori, indotti e operatori diretti. Chiaramente parliamo di qualcosa di importante e ci auguriamo che vada per il verso giusto“.
Le manifestazioni di interesse, come si apprende dal sito del Mase, dovranno includere le attività proposte, le tempistiche di realizzazione e la fattibilità tecnico economica degli interventi. “La manifestazione di interesse – ha dichiarato Di Sarcina – è stata bandita pochi giorni fa. Stiamo leggendo e approfondendo per produrre tutta la documentazione richiesta e una valutazione economica per mettere in piedi il modello gestionale da proporre“.
Sventarla non sarà certamente facile e la concorrenza è agguerrita. Tra i porti interessati ci sono Taranto con Brindisi, Civitavecchia e Cagliari. Augusta, però, sembra pronta a cogliere la palla al balzo e sfruttare tutte le potenzialità che un’opportunità simile può garantire, in linea con la fase di trasformazione che sta attraversando. Dal suo insediamento, Di Sarcina non ha nascosto la volontà di donare ad ogni porto conferente all’Autorità un’identità ben precisa, plasmata alla vocazione che da sempre caratterizza le singole aree. Se Catania virerà pienamente verso il settore crocieristico, Augusta è pronta ad accendere i motori per far emergere la sua vena commerciale. Tanto è stato già fatto e la possibilità di realizzare gli impianti offshore sarebbe un riconoscimento per il lavoro svolto a oggi, ma anche un chiaro segnale per il futuro.