Procede a passo spedito la “guerra” contro l’autonomia differenziata. Il fronte dei “no“ è compatto e unito e in poche settimane ha raccolto sempre più consensi, contando su una campagna di informazione trainata su più fronti ed estesa dai banchi per le strade delle città ai social.
Dal suo ingresso in aula fino alla sua approvazione, la norma ha suscitato polemiche, con dei veri e propri tavoli di scontro sulle materie di competenza, la gestione di queste macroaree e il finanziamento dei livelli essenziali di prestazione, i Lep, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Sulla base di questi punti è partita da qualche settimana la raccolta firme per richiedere il referendum, permettendo così ai cittadini di potersi esprimere su un tema tanto complesso quanto determinante per il proprio futuro. Tra le materie di legislazione si spazia, infatti, dai rapporti internazionali e con l’Unione europea al commercio estero, ma coinvolgono anche il commercio con l’estero, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione, la ricerca scientifica, la sanità, l’alimentazione, l’ordinamento sportivo, la protezione civile, le grandi reti di trasporto e di navigazione, l’ambiente, l’energia o gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Da qualche giorno è possibile firmare anche online, ma questo non ha fermato la raccolta fisica. Domani, mercoledì 31 luglio, dalle ore 20:30, infatti, il Pd ha organizzato un punto di incontro a Piazza Sant’Anna, nel cuore pulsante della movida del capoluogo siciliano. Rosario Filoramo, segretario provinciale del Partito Democratico a Palermo, ha presentato l’iniziativa definendola “un’occasione per parlare con i cittadini di un tema che riguarda il nostro futuro. Il governo di destra ha messo in campo un’operazione per dividere definitivamente il nostro Paese tra ricchi e poveri. Abbiamo deciso di fare una raccolta in notturna, in un luogo in cui si incontrano i giovani palermitani e lo faremo tutta la notte fino alle tre del mattino. Sarà la notte del referendum”.
La mobilitazione vede la Sicilia tra le regioni protagoniste, ma a essere coinvolta è tutta la Penisola. Il feedback è stato più che positivo: “La risposta che gli italiani stanno dando con la raccolta delle firme è straordinaria, considerando che nel giro settantadue ore si sono superate le trecentomila sottoscrizioni online e – ha aggiunto – non sappiamo quanto ne abbiamo già raccolte dai tavolini, per i quali siamo già alla seconda settimana di raccolta. C’è un grande interesse e ci auguriamo di poter raggiungere tutti coloro che in questo momento non sono informati del rischio che porta questa norma“.
Le materie più calde? Sanita, pubblica istruzione, commercio con l’estero ed energia. “Immaginare che vi possa essere un commercio con l’estero con le piccole regioni italiane davanti alle super potenze è una follia. Come il fatto che non vi sia più una sanità nazionale in grado di poter affrontare il diritto di ogni cittadino a curarsi. Già in Sicilia viviamo con mille difficoltà la crisi della nostra sanità, che peggiorerà quando non ci saranno più le risorse per potersi curare. Questo, insieme alla divisione dei venti modelli d’istruzione, sarebbe la fine del Paese“.
A essere “tradita” è in primis la Costituzione. “Con questa legge sull’autonomia differenziata – conclude Filoramo – si smontano il secondo e il terzo articolo della Costituzione. Dobbiamo dire assolutamente “no” e lo stiamo facendo con questa proposta di referendum“.